Kemila ha 28 anni, sta per diventare mamma e lavora come operatrice socio-sanitaria all’interno del progetto di prevenzione e cura del tracoma in Etiopia.

Kemila

La formazione di Kemila

La passione mi è venuta appena ho finito gli studi. Ho avuto l’opportunità di entrare in un programma di formazione promosso dal governo e sono diventata operatrice sanitaria. Un sogno diventato realtà.

Kemila

Kemila lavora cinque giorni a settimana, tre in una clinica e due nelle comunità remote. Il suo ruolo, come quello delle altre operatrici socio-sanitarie è quello di diagnosticare malattie come il tracoma durante gli screening, e di fare sensibilizzazione sulle corrette pratiche igieniche e l’uso di acqua pulita. Ma non solo… il suo lavoro è fondamentale anche dal punto di vista emotivo: spesso parla con donne, uomini e bambini affetti da tracoma che sono spaventati all’idea di doversi sottoporre ad un’operazione chirurgica.

Spesso le persone sono restie a farsi curare e operare. Pensano che l’operazione di trichiasi (lo stadio più avanzato del tracoma) sia pericolosa. Operarsi è importante, perché altrimenti si rischia di restare ciechi per sempre.

L’impegno di CBM in Etiopia

Come CBM siamo presenti in Etiopia dal 2014 e in questi anni i risultati ottenuti sono stati davvero incoraggianti.
Sebbene il tracoma sia oggi ancora presente in 44 Paesi, tra i più poveri del mondo, la buona notizia è che agendo in maniera puntuale e sistematica questa malattia si può debellare. È successo così a 13 Paesi tra cui la Cambogia, la Cina, l’Iran, il Messico e il Marocco che a settembre 2020 hanno dichiarato di aver eliminato il tracoma.

Applicando la S.A.F.E. – la strategia promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – si va ad agire a 360 gradi: non solo a livello di cura e operazioni chirurgiche, ma anche lavorando sulla sensibilizzazione nelle scuole e nelle comunità, costruendo pozzi e latrine e promovendo una maggior cura dell’igiene personale con acqua pulita.

I dati mondiali danno speranza: nel 2019, 142.7 milioni di persone erano a rischio di cecità da tracoma, a marzo 2020 sono diventate 137 milioni.

Ci vuole tempo perché i cambiamenti abbiano effetto, ma da operatrice e da futura mamma mi auguro di poter debellare il tracoma nel giro di pochi anni, almeno nel mio villaggio e di vedere tante giovani donne intraprendere la mia professione. Abbiamo bisogno di giovani che guardino al futuro con occhi diversi.

Il ricordo più bello

Abbiamo incontrato Kemila durante la nostra ultima missione in Etiopia e prima di salutarci, condivide con noi il ricordo a cui è più affezionata, un ricordo che è reso possibile anche grazie al sostegno di tutti i nostri donatori.

Lo scorso anno durante una campagna di operazioni di trichiasi, sette donne che avevo visitato furono operate. Le operazioni andarono bene e tornarono a vedere. Tutte insieme vennero da me e mi ringraziarono. Mi dissero che senza il mio supporto non ce l’avrebbero fatta, è stato il più bel ringraziamento mai avuto.

Se vuoi leggere altre storie e le testimonianze di persone che abbiamo incontrato durante la nostra ultima missione in Etiopia, scarica la pubblicazione e leggi l’intero reportage.

Kemila, seduta, in compagnia di due operatori CBM

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