Le donne hanno un ruolo centrale in ogni cultura e in ogni società, in questo anno di lavoro ne abbiamo conosciute tante. Tre in particolare, appartenenti a mondi diversi, ci sono entrate nel cuore: Abay, Angela e Arianna. Tre donne che hanno messo l’altro al centro della loro vita.

Donne beneficiarie

Abay, la community leader etiope

La solidarietà e l’aiuto reciproco sono parte della cultura etiope. Entrambi valgono anche e soprattutto per noi donne. È così che in questi anni ci sono stati i miglioramenti nelle comunità.

Abay

Abay vive in Etiopia, nella regione di Amhara. Ha 38 anni e la sua vita è molto impegnata: alle attività di donna, di mamma di 5 figli e di nonna, affianca infatti quelle del suo lavoro.

Da 7 anni è una community leader, un’intermediaria tra le donne del suo villaggio, che cerca di sensibilizzare alle corrette norme igieniche per evitare di contrarre il tracoma e non solo, e le operatrici socio sanitarie di CBM, dalle quali riceve lei stessa la formazione. Il suo è un ruolo fondamentale, tanto che è diventata un punto di riferimento per le trenta donne della comunità che si rivolgono a lei per discutere temi che possono essere utili a tutti, come la gestione del lavoro, della casa, dei figli.

Abay è un esempio per ognuna di loro. Da bambina sognava di fare il medico, ma la sua famiglia non aveva soldi per farla studiare; questo però non l’ha mai fermata e oggi ha fatto di questo suo desiderio di sentirsi utile, il centro del suo lavoro.

Credo che lavorare con le donne aiuti perché sono loro il vero motore del cambiamento, sono loro che una volta apprese certe nozioni se ne fanno portavoce, in casa e nella comunità. Aspirare al cambiamento è qualcosa di ambizioso, ma possibile.

Angela, mamma di Luca e libera professionista

Pian piano sono entrata nel mondo di Luca, ho imparato a osservarlo e a interagire con lui.

Angela

Angela è una giovane mamma, vive a Roma e ha un bimbo, Luca, con Sindrome CHARGE, una malattia genetica rara riconosciuta come una delle principali cause di sordocecità congenita.
Nonostante tutte le difficoltà, sorte già dai primissimi mesi di gravidanza, Angela non si è mai arresa o data per vinta. Cerca in ogni modo e in ogni momento di mettere al centro Luca e le sue esigenze.

Per Luca e per Angela, così come per tante altre famiglie di bambini con disabilità, l’ultimo anno è stato particolarmente impegnativo a causa della pandemia COVID-19.

La vera difficoltà è stata quella di trovare una nuova routine visto che erano precluse a Luca le attività riabilitative e la vita scolastica, entrambe fondamentali per la crescita e l’apprendimento.

Livia e Luca nel verde

Noi li abbiamo conosciuti nell’ambito del progetto +ARIA. Un nuovo progetto nato a giugno 2020, in collaborazione con Mondo CHARGE e il servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della CEI, per rispondere all’appello di alcune famiglie di bambini con Sindrome CHARGE che durante tutto il periodo del lockdown si sono trovate private di servizi educativi, riabilitativi e ludici utili alla crescita e all’apprendimento dei loro bambini.

Arianna, infermiera

I pazienti ci dicono continuamente grazie e ci definiscono angeli. Tutto questo calore umano ti ripaga degli sforzi e dei turni pesanti.

Arianna

Arianna è un’infermiera che ha lavorato al BES di Mozzo (BG) nei mesi peggiori del primo lockdown, nella primavera del 2020.
Come CBM abbiamo sostenuto, insieme alla Fondazione Insieme con Humanitas, l’allestimento di un centro di degenza per la quarantena dove pazienti guariti da COVID-19, ma ancora positivi, potevano trascorrere un periodo di isolamento precauzionale prima di tornare a casa.

Italia dopo la quarantena

Arianna, come molti altri medici, infermieri e operatori, in quei drammatici momenti ha messo tutta se stessa nella cura dei pazienti affetti da COVID-19. Ci ha raccontato, infatti così:

Anche se stanca, a volte resto volentieri e non sento la necessità di tornare a casa proprio perché c’è un obiettivo più grande: la cura dell’altro.

È anche grazie a donne come Abay, Angela e Arianna che il nostro lavoro nei progetti nel Sud del mondo e in Italia è ancora più forte e ricco: ognuna di loro semina e amplifica la cura, l’attenzione e la passione prendendosi cura di chi ha più bisogno.

Vuoi conoscere altre storie di donne?

In occasione della giornata internazionale della donna, abbiamo organizzato un incontro online. Sarà il 4 marzo e ti racconteremo più da vicino le storie di tante altre donne che abbiamo conosciuto e che lavorano ogni giorno per portare cure, garantire diritti e includere le persone con disabilità.

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