Nelle scuole di Verona, Vicenza, Belluno e Mantova siamo vicini ai bambini, ma anche a insegnanti e genitori con dei workshop dedicati.

bambine in classe

Tra lezioni in presenza e didattica a distanza continua il nostro progetto didattico “Apriamo gli occhi! Verona, Vicenza, Belluno e Mantova a scuola di solidarietà!”, sostenuto da Fondazione Cariverona. Un percorso educativo di cittadinanza sui temi dell’inclusione e della solidarietà che sta interessando 50 classi, 1.000 alunni e 100 insegnanti di scuole primarie e dell’infanzia, affinché sviluppino conoscenze e strumenti per agire positivamente contro ogni forma di esclusione. Attività quelle in programma ideate per essere svolte sia a casa che in classe, digitali, semplificate e vicine a insegnanti e famiglie in questo periodo di pandemia.

Tra obiettivi e attività

Il nostro obiettivo è quello di contribuire allo sviluppo di una società più inclusiva e solidale: per questo dal 2014 promuoviamo Apriamo gli occhi!” nelle scuole di tutta Italia. Siamo sempre stati convinti che far conoscere ai bambini le condizioni di vita dei loro coetanei che vivono in Africa, Asia e America Latina, raccontargli le loro storie di vita quotidiana, le difficoltà che incontrano e le speranze che nutrono possano renderli adulti migliori e consapevoli.

Massimo Maggio, Direttore di CBM

Prossimi ai bambini, ma non solo. Nel progetto sono stati inseriti dei workshop per insegnanti e genitori che, condotti da un team di psicologi e psicoterapeuti, hanno l’obiettivo di rafforzare le competenze professionali e di resilienza negli insegnanti e di sensibilizzare i genitori sull’importanza delle competenze non cognitive e la promozione dell’inclusione durante l’età dello sviluppo dei propri figli. Sei i workshop per gli insegnanti, dedicati a sostenere la motivazione all’apprendimento e al saper gestire i conflitti in classe. Quattro quelli per i genitori, volti alla gestione delle emozioni e dei conflitti con i figli. Percorsi interessanti e utili, almeno da quanto emerge da alcune testimonianze.

Le testimonianze degli insegnanti

I workshop sono stati propositivi e produttivi. Ognuno di noi ha messo a disposizione la propria esperienza, c’è stato un coinvolgimento attivo, un dibattito positivo, la possibilità di confrontarci e di arricchirci con le esperienze dei colleghi di altre scuole. Ci siamo messi in discussione e ci hanno aiutato a riflettere.

Tina, insegnante di una scuola primaria in provincia di Verona

A farle eco anche Stefania e Giuliana, insegnanti di una scuola dell’infanzia di Mantova.

Interagire con un gruppo ristretto, sentirsi liberi di parlare con persone che fanno il tuo stesso lavoro e al contempo essere supportate e guidate da un professionista, in questo caso uno psicologo, è stato molto utile. Abbiamo avuto tanti spunti di pensiero.

Stefania, insegnante di una scuola dell’infanzia di Mantova

Confrontarsi con la psicologa è stato di aiuto. Il lavoro di insegnante è stressante, faticoso, a volte siamo sole, ma essere consapevoli di dove possiamo arrivare, capire i limiti, rispolverare tutto quello che nella quotidianità diamo per scontato è importante.

Giuliana, insegnante di una scuola dell’infanzia di Mantova

Insegnanti che hanno scelto di aderire al progetto didattico “Apriamo gli occhi!” perché come dicono loro: “La sensibilità che hanno i bambini ti apre il cuore”.

Le testimonianze dei genitori

Positivi anche i commenti dei genitori come quello di Federica:

Nonostante nel gruppo non conoscessi nessuno e gli altri genitori avessero bambini più grandi della mia è stato bello ascoltare le loro esperienze, anche solo per farne tesoro.

Federica, mamma di una bambina di tre anni

Nei workshop è stato utile confrontarsi con gli altri genitori, così da capire come si comportano con i figli rispetto a determinate tematiche, ma al contempo è stato fondamentale l’aiuto della psicologa perché ci ha illustrato le problematiche che affrontiamo tutti i giorni. Con lei abbiamo interagito molto. È servito parlare con persone esterne perché in questo periodo di pandemia è difficile comunicare.

Nicola

Il sostegno di Fondazione Cariverona

Testimonianze che conferiscono valore aggiunto al nostro impegno, come dichiara anche Marta Cenzi, Responsabile Attività Istituzionali di Fondazione Cariverona che ha deciso di sostenere il progetto:

In questo periodo di pandemia parlare di inclusione e solidarietà, a scuola come a casa, può incontrare in bambini e ragazzi un favorevole contesto di comprensione esperienziale. È nell’assenza che spesso si comprende l’importanza della presenza, dell’accoglienza, del ‘sentirsi parte di’. È forse questa un’occasione speciale per mantenere viva l’attenzione anche oltre l’emergenza, per riconoscere le distanze, le esclusioni fisiche e sociali e per creare contesti di accoglienza inclusiva.

Marta Cenzi, Responsabile Attività Istituzionali di Fondazione Cariverona che ha deciso di sostenere il progetto

La voce dell’esperto

E del perché i workshop sono stati importanti per i genitori e per gli insegnanti lo abbiamo chiesto anche alla psicoterapeuta Livia Rota. Ecco quello che ci ha raccontato!

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