I patrimoni inestimabili raccolti nei musei non solo vanno conservati, ma vanno anche resi accessibili. Con Valeria Bottalico parliamo di esempi di eccellenza e di quanto ci sia ancora da fare per rendere inclusiva la fruizione del patrimonio culturale.

Il nostro dialogo con Valeria Bottalico parte proprio dal significato della parola accessibilità che deriva da accedere, ovvero cedere il passo, andare verso qualcosa o qualcuno.

Quindi, per accessibilità museale si intende la possibilità per tutti di ‘avvicinarsi’ e di fruire dei beni archeologici, storico artistici, scientifici, e così via, che i nostri musei salvaguardano.

Ecco, secondo Valeria Bottalico, un paio di esempi di eccellenza in Italia dove l’accessibilità rappresenta l’essenza del museo stesso e non un elemento aggiunto a posteriori:

L’esperienza tattile è in effetti alla base di molti percorsi museali, vere e proprie visite inclusive per persone con e senza disabilità. D’altronde, Valeria ci ricorda che il tatto è il primo senso sperimentato dall’essere umano alla nascita per conoscere il mondo, anche se nel corso della crescita viene progressivamente sottovalutato e sottoutilizzato.

Questo cambio di visione delle istituzioni nel corso degli ultimi anni è stato reso possibile anche grazie alla Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità del 2006. Negli articoli 9 e 30 della Convenzione, infatti, si fa espresso riferimento all’accessibilità come elemento indispensabile perché le persone con disabilità possano:

…partecipare pienamente a tutti gli aspetti della vita

prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale

A partire da questi principi i musei hanno cominciato a progettare percorsi inclusivi.

Teniamo presente che quando si parla di inclusione o di accessibilità si tratta di temi che riguardano tutti, non solo le persone con disabilità.

Tanto lavoro c’è ancora da fare in questo ambito. Per fortuna le prospettive si evolvono e una società che voglia definirsi inclusiva deve assumersi la responsabilità di sostenere, favorire ed essere parte attiva di questo cambiamento.

Valeria Bottalico è una storica dell’arte, specializzata in servizi educativi e accessibilità museale. Collabora con diverse istituzioni culturali, progettando e coordinando attività educative con attenzione ai temi dell’accessibilità. Ha ideato e curato il progetto “Doppio senso: Percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim” presso il museo veneziano.

A scuola di inclusione anche con CBM!

Per continuare a parlare di inclusione, puoi trovare tante attività in “Apriamo gli occhi!” il progetto didattico gratuito di CBM Italia destinato alle scuole primarie e dell’infanzia. Dal 2014, con “Apriamo gli occhi!”, CBM porta in classe inclusione, solidarietà ed empatia a misura di bambino.

Per saperne di più sul progetto o per avere informazioni, vai alla sezione
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