Continua, con il progetto «Come l’acqua», la nostra collaborazione con l’associazione Mondo CHARGE, per portare percorsi educativi e riabilitativi a bambini e ragazzi con disabilità. Tante le attività e le storie, come quella di Carlo e della sua passione per i video.

bambino insieme al suo insegnante di sostegno

Voglio immaginare Carlo come una persona adulta.

Sonia, mamma di Carlo

È questa la speranza che mamma Sonia nutre per il futuro di suo figlio Carlo.
Quella di Sonia è stata una gravidanza tranquilla fino a quando, alla trentaduesima settimana, viene scoperta una malformazione fetale. Il ricovero, la nascita di Carlo e dopo tre giorni la diagnosi: Sindrome CHARGE.

«Carlo oggi ha quasi sedici anni, i primi quattro mesi di vita li ha trascorsi in terapia intensiva subendo diversi interventi chirurgici. Oggi è sordo profondo, senza protesi né impianti; all’occhio sinistro è cieco, a quello destro vede poco e ha problemi di deglutizione».

Tante le difficoltà incontrate in questi anni, come racconta Sonia:
«In terza elementare non sapeva né leggere né scrivere, per questo abbiamo scelto l’educazione parentale. Oggi Carlo legge, scrive e ha da poco conseguito la licenza media. Per comunicare utilizza la Lingua dei Segni Italiana e usa con disinvoltura i social media. Ama la storia e la sua più grande passione sono i video: a volte li produce lui stesso per raccontarci degli episodi o dei personaggi storici che lo hanno interessato».

A Carlo manca la socializzazione: uscire fuori dalla scuola è stato un bene per la sua istruzione, ma ha perso la possibilità di stare con gli altri, dialogare e confrontarsi.

Grazie all’Istituto dei Sordi di Torino, partner di progetto, Carlo è stato accolto all’interno di un centro diurno dove le persone usano la LIS come lui.
«Qualche settimana fa siamo stati all’Istituto e lui è stato benissimo. Ha svolto diverse attività e a un certo punto mi ha detto: “Mamma, impastare insieme è meglio” perché durante la mattina aveva fatto una focaccia insieme agli altri e non da solo o con me come gli succede quando è a casa». All’Istituto, proprio per permettergli di coltivare la sua passione per i video, è stato creato un piccolo gruppo che nei mesi a venire lavorerà sulla produzione e montaggio. «In questo caso e per la prima volta, Carlo sarà leader del suo gruppo».

Gli incontri a Torino si ripeteranno a cadenza periodica, rispettando tempi e ritmi di Carlo.

Mi piace pensare che questo progetto possa dargli l’opportunità di creare delle amicizie perché i nostri bambini non hanno amici. Carlo finché è stato a scuola non è stato mai invitato a un compleanno eppure in classe erano in dieci e ci conoscevamo tutti.

Sonia e la sua famiglia vivono in provincia di Sassari e a oggi l’unica bambina con la quale Carlo ha sempre interagito è sua sorella Emma, di tre anni più piccola: «Emma è stata colei che lo ha fatto correre per la prima volta e rotolare nel prato. Credo che sia stato il regalo più bello che potessi fare a Carlo, ma ho in serbo per lui ancora tanto, come pensare che quello che facciamo a Torino un giorno possa esserci anche qui in Sardegna».



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