Da un’ombra nell’occhio, al primo vero incontro con la luce del sole. Guarda il video della storia di Rabin, un bimbo di un anno e mezzo che vive con la mamma Bina e il papà Sarbat in un piccolo villaggio rurale del Nepal.

Questa storia inizia nel distretto di Morang, nel Nepal orientale, in un piccolo villaggio dove vive Rabin con la sua famiglia. Il papà Sarbat fa l’agricoltore e il suo lavoro spesso lo porta lontano da casa, nella vicina India. È qui che si trova quando lo chiama sua moglie, preoccupata, per dirgli di tornare subito a casa: il loro figlio Rabin, di appena 17 settimane, deve essere operato subito o diventerà cieco per sempre.

bambino nepalese insieme a sua mamma

Mentre lo stavo allattando, ho notato una macchia bianca nel suo occhio. Mi è sembrato strano, mi sono preoccupata. L’ho portato subito nella clinica della città qui vicino e i medici mi hanno detto che Rabin poteva diventare cieco. Sono entrata nel panico.

Bina, mamma di Rabin

Domande, paure e preoccupazioni

Al ritorno di Sarbat dall’India, lui e moglie incontrano Dilip, operatore dell’ospedale Biratnagar che si trova al villaggio per effettuare screening oculistici, e gli espongono tutti i loro dubbi: nessuno in famiglia è affetto da cataratta, com’è possibile che Rabin si sia ammalato? Non è una malattia che colpisce solo gli anziani?

Ma sono due, soprattutto, le preoccupazioni che affliggono i genitori: i rischi di un’operazione in un bambino così piccolo e lo stigma sociale, temono che le persone del villaggio emargineranno Rabin, che la sua malattia possa essere vista come malocchio. Senza contare che l’operazione sarebbe difficile da sostenere economicamente, dal momento che la paga di Sarbat ammonta all’equivalente di 85€ al mese.

Dilip visita Rabin nel suo villaggio

Il colloquio con l’operatore e il viaggio in ospedale

Li ho rassicurati. Ho detto loro che all’ospedale operiamo anche neonati, che l’intervento è sicuro, dura solo 15 minuti ed è l’unica possibilità di recuperare la vista per Rabin. Anzi, che aspettare voleva dire rischiare che si aggravasse.

Dilip, operatore

Risposto a tutte le domande e fugate, per quanto possibile, le paure dei genitori, Dilip organizza il viaggio in ospedale Biratnagar. Gli spostamenti, l’operazione e la permanenza sono interamente a carico di CBM. La famiglia arriva così al Biratnagar Eye Hospital, vengono svolte tutte le procedure necessarie per poter accedere alla struttura, vengono svolte tutte le procedure necessarie per poter accedere alla struttura in sicurezza e iniziano le visite oculistiche per Rabin.

Controllo della temperatura all’ingresso dell’ospedale

La diagnosi di cataratta viene confermata dall’oculista, che decide di intervenire in due fasi: inizialmente rimuovere la “patina” opaca dall’occhio sinistro e successivamente operare anche l’occhio destro.

Il giorno dell’operazione e una nuova luce

L’operazione viene programmata già per il giorno successivo. Tutto procede per il meglio e, dopo soli 20 minuti, Rabin torna tra le braccia dei genitori, che finalmente possono fare un sospiro di sollievo.
Gli occhi di Rabin rispondono bene agli stimoli e, dopo qualche minuto di spaesamento, il bambino inizia già a guardarsi intorno curioso. La ripresa sarà completa, i medici sono fiduciosi.

Guardalo con i tuoi occhi e vivi con loro questa giornata indimenticabile.

Rabin in braccio al papà, pochi istanti prima della rimozione delle bende

Il nostro intervento in Nepal

In Nepal, nelle due province orientali di Biratnagar e Lahan, sosteniamo l’Eastern Regional Eye Care Programme (EREC-P), il più ampio programma di servizi oculistici del Paese e uno dei programmi di salute visiva più grandi al mondo per numero di chirurgie annuali di cataratta. È composto da due ospedali, di cui il Biratnagar, e da 27 centri satellite.

L’ospedale Biratnagar, dove è stato operato Rabin, accoglie fino a 1000 pazienti al giorno provenienti dal Nepal e dalla vicina India. Dopo i difficili mesi della pandemia da COVID-19 le attività sono tornate a pieno regime, ma i ritardi accumulati nelle diagnosi e nelle cure a causa delle limitazioni degli spostamenti durante la pandemia stanno avendo forti ripercussioni. Malattie che potevano essere curate, rischiano di trasformarsi in disabilità permanenti.

pazienti in sala d'attesa in ospedale

Per questo continuiamo a intervenire per garantire servizi oculistici di qualità dove c’è più bisogno e nei tempi più brevi possibili.

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