Nella grave crisi umanitaria che si sta consumando nel cuore dell’Europa noi di CBM ribadiamo con forza il ripudio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti e ci uniamo alla voce del Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) affinché siano garantiti i diritti delle persone con disabilità nel conflitto in Ucraina.

emergenza ucraina

La situazione delle persone con disabilità in Ucraina

In Ucraina ci sono circa 2 milioni e 700.000 persone con disabilità, che vivono una situazione drammatica perché quando scoppia una guerra i civili e le persone che vivono in situazioni di vulnerabilità sono destinate a pagare il prezzo più alto. Tra queste le persone con disabilità, in particolare donne, bambini, persone cieche e sordocieche, con disabilità psicosociali e intellettive: secondo le organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità in Ucraina, la loro situazione è spaventosa: i rifugi a Kiev sono inaccessibili e le persone con disabilità e i loro cari sono costretti a rimanere a casa, non sapendo dove andare.

Ci arrivano notizie che le persone con disabilità improvvisano dei rifugi antiaerei nei bagni delle loro case e chiudono porte e finestre con asciugamani, vestiti o quello che trovano. Sanno perfettamente che sono tentativi disperati e anche molto pericolosi, perché un’esplosione potrebbe bloccare l’unica via di fuga e intrappolarli, ma non hanno alternative.

E’ gravissima anche la situazione per le persone che vivono nelle strutture, in quanto rischiano di essere abbandonate e dimenticate: tra di loro ci sono almeno 82.000 bambini e bambine.

Noi di CBM lavoriamo da sempre per garantire i diritti delle persone con disabilità: siamo attivi anche nelle emergenze, nelle catastrofi naturali, nei conflitti, quando le persone con disabilità sono ancora più esposte a rischi e pericoli. È questo il motivo per cui, durante i mesi più duri della pandemia da COVID-19, abbiamo esteso il nostro intervento anche in Italia, ed è anche il motivo che ci porta oggi a intervenire in Ucraina e nei Paesi limitrofi.

Oggi ci uniamo quindi alla voce di EDF nel chiedere che le persone con disabilità in Ucraina e nei paesi limitrofi abbiano pieno accesso agli aiuti umanitari, siano protette da violenze, abusi e maltrattamenti, abbiano accesso alle informazioni, alle procedure di evacuazione e supporto, agli aiuti e ai servizi di base (come acqua e servizi igienici, supporto sociale, istruzione, assistenza sanitaria e trasporti).

Tutto questo nel rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, in particolare dell’articolo 11 (Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie), della Risoluzione n. 2475/19 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, del Diritto Internazionale Umanitario e dei Princìpi Umanitari.

La disabilità nelle emergenze

In qualsiasi situazione di crisi o conflitto le persone con disabilità corrono maggiori rischi di abbandono, violenza, morte e mancanza di accesso alla sicurezza. Questo perché:

  • per molte persone con disabilità non è possibile innanzitutto mettersi in salvo: i piani di evacuazione non sono progettati in modo accessibile; le persone con disabilità non possono raggiungere stazioni della metropolitana e bunker; in molti casi, i rifugi sono inaccessibili per le persone che usano sedie a rotelle.
  • le informazioni cruciali sulla sicurezza, sull’evacuazione di emergenza, sull’ubicazione dei rifugi e su come richiedere assistenza non sono accessibili, cosicché le persone con disabilità vengono troppo spesso lasciate indietro.

Ci sono gruppi che affrontano rischi ancora maggiori le donne con disabilità sono maggiormente a rischio di violenza sessuale e i bambini/bambine con disabilità più esposti/e ad abusi e abbandono.

Il lavoro di CBM

In questa grave situazione, insieme a EDF stiamo collaborando con la rete di Organizzazioni di Persone con disabilità in Ucraina e nei Paesi limitrofi, con l’obiettivo di intercettare e rispondere ai bisogni delle persone con disabilità.

Questi bisogni comprendono: accesso ai piani di evacuazione, ai ripari, ai trasporti, al cibo, a cure mediche e mezzi di sussistenza, ma anche bisogni specifici quali dispositivi di assistenza, farmaci, assistenza personale, creando un help-desk specifico per le persone con disabilità.

Ulteriore obiettivo è contribuire a includere la disabilità nella risposta all’emergenza, rendendo le informazioni accessibili, sensibilizzando, ma anche creando collegamenti tra le persone con disabilità e gli attori umanitari che lavorano sul campo.

Il nostro lavoro non si ferma qui: le ripercussioni di questo conflitto sono infatti destinate a inasprirsi. Si prevede che l’aumento del costo di grano, carburante ed energia causerà crisi che colpiranno in maniera sproporzionata le fasce più fragili ed emarginate della popolazione, come le persone con disabilità che vivono nei Paesi in via di sviluppo. Sarà proprio l’Africa Subsahariana, già flagellata dalla siccità, a risentirne di più. Siamo pronti a intervenire al loro fianco.

Cosa puoi fare tu?

Oggi puoi aiutarci a creare una rete di supporto in Ucraina e nei Paesi limitrofi per le persone con disabilità in fuga o intrappolate nel conflitto.

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