Semi e germogli resistenti alla siccità, tecniche di agricoltura resiliente e di conservazione dell’acqua: il cambiamento parte dalle donne con disabilità.

siccità kenya

La storia di Fridah

Fridah è una giovane di 25 anni e vive in una zona rurale del Kenya, flagellata da siccità e insicurezza alimentare.

Diventata madre a soli 14 anni, oggi ha tre figli, due dei quali con una disabilità: la più grande, con disabilità fisiche e intellettive e il più piccolo di soli 3 anni, con gravi problemi alla vista. Sono lei e la figlia minore a occuparsi della famiglia: i bambini, infatti, a causa della difficoltà di movimento, della mancanza di scuole inclusive e della povertà sono obbligati a rimanere a casa.

Fridah è una delle donne beneficiarie del progetto “Promuovere sicurezza alimentare e resilienza delle donne con disabilità in Kenya” che abbiamo realizzato lo scorso anno nel nord del Kenya.

Attraverso una formazione sulle strategie agricole resilienti, Fridah ha potuto creare un orto.

L’attività le consente di sostenere sé stessa e la famiglia, coltivando cavoli e zucche, senza però dover lasciare i figli a casa da soli.

Sono partiti anche i lavori per lo scavo di bacini idrici per l’approvvigionamento dell’acqua, grazie alla quale Fridah potrà ampliare il proprio orto e aumentare le coltivazioni, arrivando a vendere le eccedenze. Anche in questa fase Fridah sarà seguita da tutor e formatori sulla gestione efficiente delle risorse economiche.

Sicurezza alimentare per le persone con disabilità

Siccità prolungata, produzione di bestiame e raccolti sotto la media, ma anche le conseguenze della crisi ucraina e gli effetti della pandemia COVID-19, hanno portato a una grave emergenza alimentare in Kenya.

L’insicurezza alimentare colpisce particolarmente chi abita nelle aree aride più a rischio e soprattutto le donne e le persone con disabilità.

terra arrida

Proprio per questo, all’inizio dello scorso anno abbiamo avviato un progetto per contribuire al miglioramento della sicurezza alimentare con priorità alle famiglie guidate da donne con disabilità o con persone con disabilità al loro interno.

I risultati di dodici mesi

A guidarci, come in ciascuno dei nostri progetti, è stata la scelta di attività che potessero assicurare la sicurezza alimentare anche in mancanza di piogge e ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici, per poter creare un reale cambiamento duraturo nel tempo.

È con questo approccio che lo scorso anno 800 beneficiari e le rispettive famiglie hanno ricevuto kit agricoli e di allevamento e la formazione su tecniche di coltivazione resiliente e di allevamento. I corsi di formazioni, condotti dalle autorità del ministero dell’agricoltura, si sono concentrati sulle colture resistenti alla siccità e alle strategie di massimizzazione per migliorare il valore nutritivo delle colture. Ma anche su come conservare il suolo e l’umidità, come selezionare il terreno, prepararlo, irrorarlo; su come gestire i parassiti e stoccare correttamente le colture.

Semi e germogli resistenti alla siccità

Le donne con disabilità, a causa della loro condizione, fanno affidamento unicamente sull’agricoltura dipendente dalle piogge. Esistono però tipologie di semi produttivi anche in zone aride. È il caso della Miraa, una pianta facilmente coltivabile anche su suoli poveri, sabbiosi o sassosi e con proprietà reprimenti gli stimoli di fame e fatica. Proprio per le sue caratteristiche questa pianta è un’importante e redditizia fonte di guadagno per le famiglie.


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