Il 23 marzo è stato inaugurato il nuovo plesso oculistico dell’Ospedale St. Joseph che offre servizi specialistici e di qualità alla popolazione più vulnerabile.

inaugurazione ospedale mengo

Un grande orgoglio e una forte emozione mi riempiono davanti a questo sogno che si concretizza: dopo 3 anni di intenso lavoro, vede la luce questo nuovo centro che ci ha impegnati e uniti, in nome della lotta alla cecità evitabile. Questo nuovo centro, questo nuovo inizio è un tassello che mira a spezzare il circolo vizioso che lega povertà e disabilità qui in Uganda come negli altri Paesi in Via di Sviluppo, perché la salute visiva è un diritto di tutti.

Massimo Maggio, Direttore CBM Italia

Queste le parole del Direttore di CBM Italia Massimo Maggio in occasione dell’inaugurazione del nuovo plesso oculistico chirurgico dell’Ospedale St. Joseph a Kitgum, nel Nord dell’Uganda.

Capofila del progetto è CBM Italia, con il sostegno di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), in collaborazione in collaborazione con la ONG Medici con l’Africa CUAMM e i governi distrettuali di Kitgum, Arua e Terego.

Il Direttore della Sede regionale di Nairobi di AICS competente per l’Uganda Giovanni Grandi ha dichiarato:

«In Uganda gli sforzi della Cooperazione Italiana sono stati storicamente volti al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari. Il nostro impegno proseguirà in futuro con una nuova iniziativa regionale tra Kenya, Tanzania ed Uganda che prevede il coinvolgimento di una delle eccellenze italiane nel settore della salute, ovvero il Centro di Salute Globale della Regione Toscana. L’inaugurazione di un plesso oculistico chirurgico, reso accessibile ed inclusivo, è simbolo di una Cooperazione che si sforza di garantire cure di alta qualità nei Paesi partner, e che non vuole lasciare indietro nessuno».

Un centro costruito per migliorare l’accesso e la qualità dei servizi oculistici, offrendo servizi specialistici alla popolazione ugandese, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili come persone con disabilità, donne e bambini, che vivono anche nelle comunità più remote.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del direttore di CBM Italia Massimo Maggio, di S.E.R. Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu, della Ministra della Salute ugandese dott.ssa Jane Ruth Aceng, della Direttrice medica del S. Joseph Hospital Pamela Atim e di Jackie Kwesiga, Country Director CBM Uganda.

inaugurazione ospedale st joseph

Il nuovo plesso fa parte di un ampio progetto che in tre anni ha avuto l’obiettivo di potenziare le infrastrutture e le risorse umane, decentralizzare i servizi sanitari per contribuire a ridurre la cecità evitabile nel Paese, raggiungendo nel complesso 76.500 beneficiari.

1 oculista ogni 1,2 milioni di persone

Stato dell’Africa Orientale, l’Uganda conta 45,7 milioni di abitanti, tra cui anche rifugiati da Sud Sudan e Congo, presenti per la maggior parte a Nord del Paese. Nel Paese è presente un oftalmologo ogni 1,2 milione di persone.

Patologie come cataratta, errori refrattivi, tracoma, traumi e glaucoma portano alla cecità poiché non vengono curate a causa della mancanza di mezzi e servizi oftalmici adeguati (soprattutto nelle zone più remote). Eppure, il 75% dei casi di cecità sono evitabili e curabili.

In questo contesto, nelle regioni di Acholi e West Nile a Nord del Paese – dove la disabilità visiva è più diffusa – sorge il nuovo plesso oculistico presso l’ospedale St. Joseph.

Il plesso prevede una nuova sala operatoria interna all’ospedale, costruita secondo gli standard internazionali di accessibilità in ambito di disabilità, che rende il S. Joseph un centro oculistico di secondo livello, ovvero capace di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie (cataratta, errori refrattivi, chirurgie da traumi). A questo si aggiunge il rinnovamento della sala degenza dei pazienti.

sala operatoria durante un intervento di cataratta
Foto della prima operazione oculistica realizzata nel nuovo reparto: operazione di cataratta su un paziente di 53 anni

L’accesso ai servizi oculistici di qualità si estende anche alle zone rurali più lontane: il progetto ha permesso infatti la ristrutturazione e l’equipaggiamento di altri 4 centri sanitari, oltre all’organizzazione di cliniche oculistiche chirurgiche mobili nelle comunità lontane e nei campi profughi. Alla base, la formazione di 830 tra medici e personale sanitario.


{{ errors.first('firstname') }}
{{ errors.first('lastname') }}
{{ errors.first('email') }}