150 visite al giorno, 8 operazioni chirurgiche e consulti di neuro-oculistica: 10 ore con il dottor Pawan Shrestha, unico oculista pediatrico del Biratnagar Eye Hospital, in Nepal.

dottor Shrestha davanti allo strumento

In Nepal, anche grazie al tuo aiuto, sosteniamo uno dei programmi oculistici più grandi al mondo per operazioni di cataratta: il programma EREC-P.

Il Biratnagar Eye Hospital è uno degli ospedali parte di questo straordinario programma di salute visiva ed è qui che ti vogliamo portare oggi per conoscere il dottor Shrestha, unico oculista pediatrico dell’ospedale.

La quotidianità al Biratnagar Eye Hospital

  • Buongiorno Dottore e grazie per dedicarci questo tempo. Iniziamo con una domanda che ci viene rivolta spesso: com’è la quotidianità di un oculista all’interno di un ospedale così grande?

Se dovessi usare una sola parola direi frenetica (sorride). Sono l’unico oculista pediatrico dell’ospedale per questo le mie giornate sono molto impegnative. Ogni mattina inizio il giro di visite alle 7:30 controllando i bambini in post-operatorio. Al termine del giro entro in sala operatoria per effettuare le chirurgie della mattinata, con una media di 8 al giorno. Dalle 14:30 in poi mi dedico alle visite in ambulatorio dove incontro, insieme ai miei colleghi, circa 150 pazienti al giorno. Se non ci sono troppi pazienti da visitare, una volta concluse le visite torno in sala operatoria, questa volta per operare gli adulti.

  • È oculista pediatrico, quindi, ma non si occupa solo dei bambini?

Esatto, sono soprattutto concentrato sui piccoli pazienti, ma se c’è bisogno di un consulto o di aiutare i colleghi con le numerose operazioni, mi metto a disposizione. Questo avviene soprattutto per i consulti di neuro-oculistica: non abbiamo un neuro-oftalmologo all’interno dell’ospedale per questo me ne occupo in prima persona, avendo studiato la materia durante la specializzazione.

  • Quali sono i casi che incontra più spesso nei bambini?

Principalmente trattiamo casi di errori refrattivi (miopia, astigmatismo, ipermetropia) e di cataratta, che sia congenita o causata da traumi. Inoltre qualche caso isolato di glaucoma e patologie legate alla cornea.

La cura della vista: sottovalutata e spesso ignorata

  • È frequente incontrare pazienti che si presentano in ospedale troppo tardi?

Purtroppo è la normalità. Le famiglie accompagnano i bambini veramente tardi, sia per la visita che per essere operati, ma questo non succede solo con i piccoli pazienti, anche gli adulti aspettano troppo per chiedere aiuto.

primo piano dottor Shrestha

Credo sia soprattutto per una mancanza di conoscenza: gli occhi tendono a essere ignorati. Nella nostra parte del mondo, ci si concentra sulle malattie degli organi vitali, come il cuore o il cervello, trascurando il ruolo fondamentale della vista all’interno della propria vita.

Dottor Shrestha, oculista pediatrico del Biratnagar Eye Hospital

Ecco perché, nel caso di un trauma all’occhio, di una ferita, di un’infezione, passano veramente molti giorni prima che arrivino in ospedale e, nel frattempo, il trauma si è aggravato rendendo più difficile l’intervento.

  • Capita anche nel caso della cataratta?

Certo! E l’importanza della tempestività qui è ancora più evidente: una cataratta trascurata può comportare anche strabismo e non sono rari i casi in cui abbiamo dovuto operare il bambino prima di cataratta, poi effettuare una terapia per l’ambliopia ed infine correggere lo strabismo. Ecco perché è importante sensibilizzare le famiglie e le comunità.

La speranza, ogni giorno

  • Prima di salutarla vorremmo farle un’ultima domanda: c’è una storia che le è entrata particolarmente nel cuore?

Santosh! Santosh era un ragazzino di 12, forse 15 anni, arrivava dall’India. L’ho incontrato in ambulatorio accompagnato da sua mamma che lo guidava per mano: era completamente cieco. L’abbiamo operato all’occhio destro e già il giorno successivo l’ho incontrato che giocava nel cortile dell’ospedale e riusciva a correre da solo. È stata un’emozione indescrivibile. Purtroppo non è più tornato per ricevere l’operazione al secondo occhio. Succede spesso: le famiglie non possono affrontare nuovamente il viaggio oppure sono convinte che il problema sia risolto, ora che un occhio è sano.

Ma io continuo a sperare che un giorno, tra i volti dell’ambulatorio, incontrerò di nuovo Santosh o altri bambini e ragazzi come lui che avranno deciso di tornare.

Dottor Shrestha
dottor Shrestha visita un bambino con lo strumento

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