primo piano di Mirama, una donna etiope malata di tracoma

Quando l’abbiamo incontrata la prima volta, Mirama non ricordava più quanti anni avesse di preciso.
Il buio e il dolore le avevano fatto perdere il conto del passare del tempo tutt’intorno a lei. Non si accorgeva dei giorni che passavano e dell’alternarsi delle stagioni.

Il ricordo dei suoi quattro figli era sfocato. Chissà da quanto tempo ormai non li vedeva più.

La storia di Mirama

Mirama vive in un villaggio remoto nella regione di Amahara, in Etiopia, ed è stata contagiata dal tracoma, una malattia infettiva che, se non curata, porta alla cecità totale e irreversibile. 
Quando i nostri operatori sono riusciti a trovarla, durante una clinica mobile, il tracoma era arrivato all’ultimo stadio, quello della trichiasi.

Questo comporta che le ciglia si rivoltino verso l’interno e che sfreghino continuamente contro gli occhi, generando una sensazione terribile simile a quella della carta vetrata. Ci raccontano che porta a dolori atroci, a lacrimazioni continue. Spesso chi ne è affetto, cerca disperatamente di trovare sollievo strappandosi le ciglia da solo con una pinzetta. 
È come il dolore che provoca un granello di sabbia che sfrega continuamente negli occhi amplificato per ogni ciglia che si rivolta all’interno: tutto ciò danneggia per sempre la cornea. L’unico modo per evitare la cecità a questo stadio è un’operazione chirurgica.

operazione di trichiasi a Mirama

Quando l’abbiamo incontrata, nell’ottobre del 2018, Mirama aveva uno sguardo duro, austero, forse stanco, probabilmente anche a causa della malattia. Però aveva una speranza: i nostri operatori che lavorano in quella regione dell’Etiopia l’avevano trovata e visitata durante una delle tante cliniche mobili e avevano già fissato per lei l’operazione chirurgica che l’avrebbe riportata alla luce. Le cliniche mobili sono preziose in casi come questo perché sono l’unico modo che gli operatori hanno per poter trovare anche chi vive lontano dai centri abitati più grandi e non ha modo di andare in autonomia in ospedale.

Mirama, pian piano, ha iniziato a sorriderci quando ha realizzato che era tutto vero. In poche ore, grazie al sostegno di tanto nostri donatori saremmo stati in grado di garantirle un’operazione chirurgica per riportarla alla luce.

Mirama ora può vedere la sua famiglia, i suoi figli, la sua casa. 

Il nostro impegno nella lotta al tracoma

Il tracoma è la prima causa infettiva di cecità al mondo e colpisce le popolazioni che vivono nelle comunità più povere, dove acqua pulita, sistemi igienici e sanitari sono carenti.
Oggi questa malattia è presente in 43 paesi per la maggior parte in Africa e ne sono affette quasi 2 milioni di persone. Altri 150 milioni rischiano il contagio in ogni momento.

L’Etiopia è uno dei Paesi più colpiti da questa piaga: solo nella regione di Amahara sono affette dal tracoma quasi 300 mila tra donne, uomini e bambini. 
Abbiamo avviato dal 2014 un ampio progetto per prevenire e curare il tracoma applicando una strategia dell’OMS che si chiama S.A.F.E..

Questo approccio prevede non solo le operazioni chirurgiche di trichiasi, ma anche la distribuzione di antibiotici sia per curare che per prevenire, la costruzione di pozzi che portino costantemente acqua pulita e la sensibilizzazione sulle modalità di contagio e le corrette pratiche igieniche da tenere per evitare la diffusione.


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