I primi casi nei campi rifugiati

Abbiamo appena ricevuto la notizia dai nostri partner locali che nei campi rifugiati di Juba, dove da anni siamo gli unici a fornire assistenza e cure oculistiche, sono stati trovati i primi casi di persone positive al COVID-19. 

In questi contesti poverissimi, in cui il distanziamento sociale è pressoché impossibile da applicare, dove le condizioni igienico sanitarie sono scarse e il sistema sanitario insufficiente il Coronavirus può generare una vera e propria catastrofe. Un impatto disastroso e senza precedenti.

Per questo lavoriamo con ancora più forza per essere al fianco delle persone cieche e con disabilità cercando di limitare il contagio anche in Sud Sudan, un Paese estremamente povero e dilaniato da anni di conflitti civili. 

Il nostro intervento in Sud Sudan

Abbiamo attivato un importante piano di attività in risposta all’emergenza COVID-19 per affermare il diritto alla salute di tutti, soprattutto dei più vulnerabili.

Ecco nel concreto il nostro intervento, con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS):

  1. Acquisto materiale igienico (disinfettanti, fazzoletti, sapone…) per pazienti e staff dei tre ospedali a Juba, Torit e Lui 
  2. Attività di sensibilizzazione con materiale informativo
  3. Allestimento di un’area di attesa della clinica oculistica BEC per rispettare le norme di distanziamento sociale ed evitare la diffusione del virus  
  4. Realizzazione di punti per il lavaggio delle mani all’interno della clinica BEC
  5. Acquisto di dispositivi di protezione personale per lo staff BEC (mascherine, guanti…).

Sostieni l’intervento di CBM nell’emergenza COVID-19 al fianco delle persone con disabilità e più vulnerabili, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

Vuoi approfondire il nostro intervento in tutti gli altri paesi? Questa pagina è sempre aggiornata con tutte le notizie che ci arrivano dal campo!


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