In Ruanda troppi bambini convivono con disturbi alla vista, anche molto gravi, perché non sono visitati e curati in tempo. Le strutture sono poche, lontane e spesso le famiglie non possono permettersi il costo del viaggio o di perdere una giornata di lavoro.
Intervieni ora, perché nessuno sia costretto a mettere a rischio la propria salute a causa della povertà o dello scorrere del tempo.
Da “ancora in tempo” a “troppo tardi”
Quando si parla di salute della vista non ricevere diagnosi e cure tempestive è estremamente rischioso: una patologia curabile si può trasformare presto in cecità irreversibile.
Intervenire velocemente con screening tempestivi rappresenta uno spartiacque, come ci insegna l’esperienza. Lo spartiacque tra il momento in cui è ancora possibile intervenire e quello in cui ormai è troppo tardi.
dr. Theophile Tuysabe, oftalmologo ospedale Kabgayi
Emmanuel, in ospedale troppo tardi
È stato così per Emmanuel, un ragazzino ruandese di 11 anni che vedi in foto, arrivato in ospedale con un foro maculare.
In casi come questi con un’operazione è possibile ottenere risultati eccellenti e ripristinare completamente le capacità visive. Emmanuel però, come succede troppo spesso, è arrivato in ospedale tardi.
I medici che l’hanno operato hanno fatto tutto il possibile. Con una vitrectomia sono riusciti a chiudere il foro maculare e a salvare l’occhio, ma la sua vista resterà compromessa per sempre.
Sarebbe bastato anche solo qualche giorno di anticipo per avere un risultato completamente diverso.
Ecco perché nei nostri progetti ci concentriamo particolarmente sull’accessibilità e la capillarità delle visite per adulti e bambini.
Al Kabgayi ci stiamo già attrezzando
All’ospedale oculistico Kabgayi, che sta tornando a regime dopo i difficili mesi della pandemia, ci stiamo attrezzando per supportare le famiglie, sostenere i viaggi e l’eventuale soggiorno in ospedale e allestire tutti i reparti per svolgere ancora più visite e intervenire sempre più tempestivamente.
L’ospedale, punto di riferimento per oltre 1 milione di persone, prima della pandemia accoglieva dai 150 ai 200 pazienti, senza contare le giornate di screening gratuiti nei villaggi, con le quali raggiungevamo anche 400 persone al giorno. In questi mesi i numeri sono diminuiti: abbiamo dovuto ridurre il numero di visite e operazioni per garantire la sicurezza delle persone che si recavano al centro e sospendere le cliniche oculistiche organizzate nei villaggi per evitare rischiosi assembramenti.
Oggi le attività sono in costante ripresa, ma il bisogno è ancora tanto e non possiamo fermarci. Ogni istante può essere determinante per la vita di migliaia di persone.
Sostieni il progetto e salva la vista di migliaia di persone, prima che sia troppo tardi intervenire!
Prevenire per spezzare il ciclo povertà-disabilità
Nel 90% dei casi, le cause di cecità sono prevenibili o curabili. Garantire gratuitamente visite e cure oculistiche rende le cure accessibili e permette di intervenire in tempo ed evitare che una patologia si aggravi o si trasformi in disabilità permanente.
È anche questo un modo per spezzare il ciclo che lega la povertà alla disabilità.