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Progetto Roshini: “luce” per i bambini dell’India

Sostieni con noi il nuovo progetto di salute visiva per promuovere la copertura sanitaria universale e raggiungere, entro i primi tre anni, oltre 300.000 persone delle fasce più povere della popolazione.

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Si chiama luce, ma vive al buio

Roshini è una bambina di sette anni. Il suo nome in hindi significa “luce”, ma lei non ricorda cosa significhi: a causa della cataratta è quasi completamente cieca. Aveva appena due anni quando le è stata diagnosticata, ma la famiglia è sempre stata estremamente povera e non si è mai potuta permettere le cure necessarie alla bambina. Da anni Roshini passa le sue giornate in casa, uscire è troppo pericoloso per lei.
È sola, emarginata e spaventata.

Roshini non è la sola: sono 4,8 milioni le persone cieche in India e la prima causa di cecità è proprio la cataratta. Eppure in 9 casi su 10 potrebbe essere prevenuta o curata!

Accesso ai servizi oculistici per tutti

A gennaio 2023 abbiamo avviato un grande progetto che parte da Nuova Delhi e si snoda in altri 4 centri regionali in tutto il Paese con il quale vogliamo migliorare l’accesso ai servizi oculistici per tutti.

Si chiama “Roshini”, proprio come lei, ed è rivolto a tutte le persone con e senza disabilità che necessitano di cure oculistiche e servizi di riabilitazione visiva inclusivi.

Gli obiettivi da raggiungere

Entro il 2025 insieme raggiungeremo oltre 300.000 persone, effettueremo 250.000 visite e distribuiremo oltre 35.000 paia di occhiali.

Non solo: 220 membri del personale dei centri di riferimento saranno formati sulle cure oculistiche di base e creeremo una task force nazionale per promuovere l’inclusione in tutto il Paese. A stretto contatto con il Ministero della Salute, ci incaricheremo di modificare le politiche nazionali e diffondere i modelli di successo di assistenza oculistica per le persone con disabilità.

Perché proprio l’India?

Nonostante il forte sviluppo economico raggiunto negli ultimi anni, l’India deve ancora fare i conti con forti squilibri sociali, tra centri urbani molto ricchi e periferie estremamente povere, ed enormi disparità tra le differenti fasce della popolazione.

L’ipovisione e la cecità sono un problema di salute pubblica, eppure le pratiche attuali per la gestione delle persone con disabilità visiva si concentrano esclusivamente sugli aspetti clinici senza considerare le componenti riabilitative, come la mobilità, la formazione professionale e il benessere sociale.

In un approccio centrato sulla persona, sono i pazienti, i famigliari, i caregiver e la comunità a operare con noi per identificare e pianificare la miglior assistenza possibile.

Cure di qualità per spezzare il ciclo 

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Da oltre 110 anni lavoriamo insieme alle comunità, attraverso progetti che mettano al centro le persone con disabilità e i loro diritti. Insieme stiamo spezzando il ciclo che lega povertà e disabilità.