Cos’è il retinoblastoma
Il retinoblastoma è il tumore maligno oculare più frequente in età pediatrica. Può formarsi in un occhio o in entrambi e può estendersi anche al di fuori dell’occhio.
È causato da errori genetici, che possono essere ereditari o verificarsi spontaneamente durante lo sviluppo iniziale del bambino.
Diffusione nel mondo
- 9000 bambini
- colpiti dal retinoblastoma ogni anno nel mondo
- 96 % dei casi
- si risolve con successo, se viene diagnosticato agli stadi iniziali
Retinoblastoma: sintomi e segnali
Il tumore agli stadi iniziali si manifesta principalmente con un riflesso bianco nell’occhio (leucocoria) oppure con la deviazione dell’occhio (strabismo). Nei casi più gravi, in cui il tumore si è esteso, si ha una deformazione e un estremo gonfiore dell’occhio stesso. Entrambi gli occhi possono essere colpiti dalla malattia.
Retinoblastoma, la diagnosi
In caso di sospetto di retinoblastoma, il pediatra o l’oculista devono indirizzare il paziente a un centro di riferimento. Tra gli esami per confermare o smentire la diagnosi ci sono la valutazione del fondo oculare e la risonanza magnetica.
Retinoblastoma: le cure disponibili
Il trattamento è complesso e varia in base all’età del paziente, al contesto in cui si trova e alla presenza eventuale di malattia extraoculare. I trattamenti sono laser terapia, crioterapia, chemioterapia, radioterapia ed enucleazione (rimozione chirurgica dell’occhio).
L’obiettivo primario è salvare la vita, poi preservare l’occhio e, possibilmente, la vista.
Il nostro impegno in Uganda contro il retinoblastoma
Il ritardo nella diagnosi determina una mortalità molto elevata tra i bambini con retinoblastoma. Per questo la diagnosi precoce è essenziale per salvare la vita e della vista dei piccoli.
Dal 2006 CBM è impegnata nella cura del retinoblastoma in Uganda, attraverso il lavoro del Ruharo Eye Centre – che, a oggi, è l’unico ospedale del Paese in grado di offrire un programma di prevenzione e cura del retinoblastoma.
Il programma di cura del retinoblastoma – introdotto nel 2006 dal dott. Keith Weddel e la sua équipe – ha consentito negli anni di aumentare la sopravvivenza dei bambini colpiti da questa grave malattia, grazie a trattamenti combinati – che prevedono la radioterapia, l’enucleazione dell’occhio, l’utilizzo di protesi e la chemioterapia.