Fare attività di advocacy per noi significa intraprendere azioni per influenzare e promuovere il cambiamento nelle politiche, nelle leggi, nei regolamenti, nei finanziamenti o in altri aspetti delle decisioni pubbliche, al fine di promuovere i diritti delle persone con disabilità.
Le azioni di advocacy sono di sensibilizzazione, di formazione, di dialogo con i decisori politici e di influenza delle politiche attraverso la partecipazione a network e alleanze e la stesura di documenti guida. L’insieme di queste attività contribuisce a garantire che le voci delle persone con disabilità siano messe al centro, ascoltate e prese in considerazione.
Diritti delle persone con disabilità
Lavoriamo a livello locale, nazionale e internazionale, anche attraverso il network di CBM International e delle reti a cui aderisce.
Sulle basi di un dialogo costruttivo con le istituzioni, lavoriamo per affermare i diritti delle persone con disabilità e promuovere una società pienamente inclusiva in due ambiti principali:
- dialoghiamo con le istituzioni italiane e con gli organismi internazionali per sostenere il protagonismo delle persone con disabilità e nelle politiche di cooperazione internazionale
- sensibilizziamo e formiamo adulti e bambini rispetto ai diritti delle persone con disabilità in ogni luogo e ci confrontiamo con loro sui temi del rispetto della diversità
Ogni attività che promuoviamo trae fondamento e ispirazione dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia nel 2009, e oggi legalmente vincolante per il nostro paese.
Diritti delle persone con disabilità in Italia
In Italia lavoriamo per l’inclusione delle persone con disabilità, in linea con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD).
Destinatari dei progetti non sono solo le persone con disabilità, ma anche familiari, operatori, insegnanti e in generale la comunità, secondo un principio e approccio inclusivi, detto twin-track approach, che riconosce la necessità di:
a) fornire iniziative specifiche per la disabilità a sostegno dell’empowerment delle persone con disabilità;
b) integrare le misure sensibili alla disabilità nella progettazione, attuazione, monitoraggio e valutazione di tutte le politiche e programmi.
L’esperienza maturata nell’applicazione dei princìpi del disability mainstreaming nei Paesi in via di Sviluppo ha trovato concreta applicazione nella realizzazione di progetti sul territorio italiano che afferiscono a tre ambiti: educazione inclusiva, vita indipendente, salute e accesso a cure di qualità.
Nel primo ambito in particolare rientra il maggior numero dei nostri interventi. Nell’anno scolastico 2021- 22 sono stati oltre 300.000 gli alunni con disabilità nelle scuole italiane (il 3,8% della popolazione totale), con un aumento del 5% (pari a circa 15.000 studenti) rispetto all’anno precedente. Molto spesso questi studenti sperimentano ostacoli a livello educativo e, nei casi peggiori, atteggiamenti di esclusione e discriminazione.
L’educazione inclusiva promuove la partecipazione effettiva di alunni e alunne con e senza disabilità al sistema educativo, che dovrebbe fornire le stesse opportunità di apprendimento a tutti, senza discriminazioni. CBM Italia vuole contribuire al potenziamento di un sistema di istruzione inclusivo, perché le persone con disabilità possano esercitare il diritto all’istruzione senza discriminazioni e su basi di pari opportunità in linea con l’art. 24 «educazione» della CRPD.
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006.
Il 30 marzo dell’anno successivo, 82 Paesi, il più alto numero nella storia, firmano la Convenzione nello stesso giorno a New York. Tra questi anche l’Italia, che ratifica la Convenzione il 3 marzo 2009.
Nel 2023 sono 188 Paesi che hanno ratificato la Convenzione.
Il messaggio principale è che le persone con disabilità devono poter godere di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali, senza discriminazione di alcun tipo. La Convenzione promuove la piena partecipazione delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita.
Nella definizione data dalla Convenzione, il concetto di disabilità viene fondamentalmente rivoluzionato. La nuova prospettiva sposta l’attenzione dalla disabilità della persona ai fattori ambientali che ostacolano o facilitano la sua partecipazione e un equo godimento dei diritti umani. Sono le barriere che una persona con disabilità incontra a creare una condizione di disabilità: rimane quindi responsabilità e obbligo diretto degli Stati che hanno ratificato la Convenzione rimuovere tali barriere.
Attraverso la promozione di una percezione della disabilità positiva, e non passiva, dove le persone con disabilità sono protagoniste attive, la Convenzione mira ad abbattere pregiudizi e stereotipi di cui le persone con disabilità sono vittime.
Una curiosità: questa è la prima convenzione del XXI secolo, è quella che ha richiesto meno tempo per essere scritta (13 anni) ed è la prima alla cui stesura hanno partecipato per la prima volta le ONG e le Organizzazioni di persone con disabilità.
Come CBM Italia siamo impegnati in particolare:
- Articolo 11. Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie
Gli Stati Parti adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali
- Articolo 32. Cooperazione internazionale
(a) far sì che la cooperazione internazionale, compresi i programmi internazionali di sviluppo, includa le persone con disabilità e sia a loro accessibile
(b) agevolare e sostenere lo sviluppo di competenze, anche attraverso lo scambio e la condivisione di informazioni, esperienze, programmi di formazione e buone prassi di riferimento
(c) agevolare la cooperazione nella ricerca e nell’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche
(d) fornire, ove del caso, assistenza tecnica ed economica, anche attraverso agevolazioni all’acquisto ed alla condivisione di tecnologie di accesso e di assistenza e operando trasferimenti di tecnologie
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile
Nel 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato ufficialmente a New York gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che vanno a sostituire i precedenti Obiettivi del Millennio.
Si tratta di una lista di 17 obiettivi che la comunità internazionale si impegna a realizzare entro il 2030: essi riprendono e ampliano gli Obiettivi del Millennio (come sradicamento della fame e della povertà, accesso all’istruzione primaria universale, riduzione della mortalità infantile), aggiungendo un’attenzione particolare ai temi ambientali.
Sono il risultato di un lungo processo che ha coinvolto Stati Membri dell’ONU, organizzazioni della società civile e accademici.
Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile impegnano tutti i paesi, Italia compresa, alla loro realizzazione, e chiamano tutti gli Stati a confrontarsi periodicamente in merito alla loro attuazione.
Il nostro impegno: l’attenzione per le persone con disabilità
Nel mondo 1 persona su 7 vive con una disabilità (1 miliardo ossia 15% della popolazione mondiale).
Attraverso la rappresentanza presso le Nazioni Unite a New York, e in collaborazione con i network internazionali più autorevoli che si occupano di disabilità e cooperazione (IDDC e IDA), abbiamo contribuito, nel percorso di formulazione dell’Agenda 2030, a dare evidenza, all’interno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, ai diritti delle persone con disabilità.
L’Agenda 2030, infatti, è oggi fortemente improntata all’inclusione delle persone in situazioni di vulnerabilità, al cui interno viene sempre fatto riferimento alle persone con disabilità.
Non solo: siamo impegnati, insieme ai network internazionali, affinché i dati raccolti per il monitoraggio del raggiungimento degli Obiettivi tengano conto e riportino le categorie di disabilità, genere ed età.
In Italia lavoriamo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile insieme ad ASviS, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile: e collaboriamo negli ambiti di cooperazione internazionale, povertà, salute, educazione e disuguaglianze sociali.
I nostri webinar
Oggi più che mai, in un contesto in cui le sfide attuali colpiscono i più fragili in tutto il mondo, tra cui le persone con disabilità, crediamo sia importante costruire uno spazio di confronto e attenzione sul tema dei diritti e dell’inclusione, di disabilità e povertà, con uno sguardo sia all’Italia che ai Paesi in via di Sviluppo.
Lo facciamo attraverso una serie di incontri digitali, momenti di confronto, dibattito e approfondimento, che si arricchiscono di voci dal campo e contributi di esperti e attori della cooperazione italiana internazionale.
Alcuni webinar
La disabilità, a lungo considerata una questione medica o sociale, è invece una questione di diritti umani: insieme ad Associazione SON Speranza Oltre Noi e Casa della Carità, il 6 ottobre 2021 abbiamo avviato un primo momento di riflessione di un percorso di conoscenza e approfondimento della Convezione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in un convegno online in diretta streaming su YouTube.
- Break the cycle (2/12/2020)
Nei Paesi in via di sviluppo c’è un ciclo che lega povertà e disabilità. Di cosa si tratta? Come spezzarlo? La parola ai protagonisti della cooperazione internazionale.
Rivedi tutti i nostri webinarNetwork & Alleanze in Italia
Crediamo che il lavoro di advocacy sia più efficace e abbia maggior impatto se fatto in collaborazione con tanti altri soggetti come noi. Per questo in Italia partecipiamo a diverse reti di organizzazioni della società civile, tra cui:
GCAP Italia, GCE, CINI – Coordinamento Italiano NGO Internazionali, ASVIS, CONCORD, Alliances (CBM)