Il progetto
Il progetto intende migliorare l’accesso a servizi sanitari e a pratiche igieniche inclusive e rafforzare la risposta umanitaria, integrando le componenti di genere e disabilità, per i rifugiati e le comunità ospitanti del distretto di Terego, nella regione settentrionale del West Nile in Uganda.
Il distretto di Terego ospita il campo rifugiati di Imvepi, sede delle attività del progetto.
L’intervento sosterrà 11 unità sanitarie, di cui 8 rivolte prevalentemente alla popolazione rifugiata e 3 alle comunità ospitanti. Le comunità beneficeranno anche delle attività di WASH e di tutela e inclusione delle persone con disabilità.
Il Contesto
In Nord Uganda, tra le regioni più povere del paese, la scarsa copertura di servizi sanitari di base per i rifugiati sud sudanesi e le comunità ospitanti si è ulteriormente aggravata dal 2017 a causa dell’aumento di sfollati e del conseguente sovraffollamento delle strutture sanitarie esistenti. A tutto questo si aggiungono gli effetti devastanti della guerra in Ucraina che sta causando inflazione e mancanza di materie prime.
La regione è caratterizzata da mancanza di medicinali, ridotto accesso a servizi di salute, distanze troppo lunghe costose da coprire per accedere ai servizi sanitari, epidemie di malattie infettive (come l’ebola nel 2022), soprattutto tra i bambini.
La popolazione non ha sufficiente accesso all’acqua e all’acqua potabile, spesso i punti di distribuzione dell’acqua sono distanti, soprattutto per donne, ragazze e persone con disabilità.
Secondo UNHCR a Novembre 2022, in Uganda, i rifugiati sud-sudanesi erano in totale 845.711. Gli arrivi di sud-sudanesi nella regione del West Nile aumentano infatti da gennaio 2022, a causa della continua crisi in Sud Sudan.
Nel distretto di Terego i rifugiati sono 190.701 su una popolazione ospitante di 454.200, rappresentando quindi il 30% del totale. In genere si tratta di contadini in età lavorativa con un bassissimo livello di istruzione; almeno un terzo di tutti i nuclei familiari ha un membro con disabilità o una malattia cronica.
Il distretto di Terego è inoltre considerato dal governo un’area ad alto rischio di epidemie come colera, morbillo, polio, ebola e COVID 19.
La situazione è resa ancora più complicata dall’inadeguato accesso ai servizi WASH essenziali, che accresce la vulnerabilità della popolazione rifugiata e delle comunità ospitanti.
La popolazione dell’insediamento rifugiati di Imvepi conta 64.525 individui, di cui l’85% sono donne e bambini (UNHCR Dicembre 2022) ed il 93% sono economicamente vulnerabili.
Il miglioramento delle strutture sanitarie contribuirà a migliorare il numero di accessi agli ambulatori, delle urgenze ostetriche e neonatali adeguatamente gestite, del numero di bambini immunizzati, contribuendo a migliorare la salute e il benessere generale sia della popolazione ospitante che dei rifugiati nel distretto.
I beneficiari dell’intervento saranno quindi l’intera popolazione che si rivolge alle unità sanitarie, 141.529 persone.
Capofila dell’intervento è l’organizzazione Medici con l’Africa CUAMM, che lavorerà con CBM e il partner locale CEFORD, Community Empowerment for Rural Development, organizzazione che opera attualmente sia in contesti umanitari che di sviluppo ed è attivo in tutti gli insediamenti di rifugiati del West Nile.
Risultati attesi
1. L’accesso a servizi sanitari e pratiche sanitarie di base saranno migliorati tra i rifugiati e le comunità ospitanti nel distretto di Terego (attività realizzata da CUAMM):
- 90 emergenze ostetriche saranno prese in carico;
- aumento da 78% a 86% di bambini di età inferiore a 1 anno immunizzati;
- riduzione del Tasso di mortalità per malaria all’anno dal 0,9 al 0,4 %.
2. Le pratiche igieniche dei rifugiati e delle comunità ospitanti nel distretto di Terego saranno rafforzate, con particolare attenzione alle donne e alle persone con disabilità (attività realizzate da CBM e CEFORD):
- 80% delle famiglie migliorerà le proprie pratiche igieniche;
- 700 persone disporranno di latrine.
3. I servizi di referral per i gruppi più vulnerabili saranno rafforzati e gli attori presenti avranno le capacità per realizzare interventi umanitari inclusivi (attività realizzate da CBM e CEFORD):
- l’80% dei beneficiari riceverà una risposta appropriata ai propri bisogni;
- il progetto contribuirà a una maggiore inclusione delle persone con disabilità nelle attività di emergenza.