«L’aspetto che maggiormente mi ha colpito è la sensibilità che i bambini hanno mostrato nel mettersi nei panni di chi si trova in difficoltà, di conseguenza in classe si è creato un clima
di solidarietà verso i compagni che prima non sempre erano “visti”».
Questa è una delle tante voci degli insegnanti che hanno partecipato al nostro progetto didattico per la scuola primaria “Apriamo gli occhi!”.
Voci che che abbiamo raccolto all’interno della nuova ricerca “Apriamo gli occhi! La voce degli insegnanti”, patrocinata dal Comune di Milano, in cui la protagonista è la scuola, luogo per eccellenza di crescita, socializzazione e incontro con l’altro.
Proprio per contribuire in modo positivo a questo incontro è nato e cresciuto negli anni il progetto didattico di cui si parla in queste pagine, con cui portiamo nelle classi i valori della solidarietà, dell’inclusione e dell’apertura verso gli altri.
Principali risultati
La ricerca raccoglie il punto di vista di 111 insegnanti, provenienti da scuole primarie di tutta Italia, a cui è stato chiesto di valutare l’esperienza del percorso didattico “Apriamo gli occhi!” e raccontare in che modo abbia contribuito al lavoro in classe.
Come si legge nella ricerca, secondo i docenti intervistati il progetto:
- contribuisce a rafforzare i comportamenti positivi degli alunni, come una maggiore attenzione verso compagni con difficoltà o disabilità e verso i bisogni e le esigenze di tutti;
- stimola la curiosità di approfondire e conoscere realtà e Paesi diversi, insieme a una apertura reale verso l’altro e al desiderio di comprenderne vissuto ed emozioni;
- ha aumentato le competenze della quasi totalità dei docenti intervistati sui temi della disabilità, diversità, cecità.
Il commento dell’esperto
La ricerca si è avvalsa dell’autorevole punto di vista del Presidente del Consiglio Comunale di Milano Lamberto Bertolè, che ne ha messo in luce gli aspetti maggiormente interessanti.
Grazie alle attività proposte in aula e ai percorsi didattici pensati per ogni classe della scuola primaria, il progetto didattico di CBM “Apriamo gli occhi!” ha permesso agli alunni di sperimentare cosa significa “mettersi nei panni dell’altro”, aprirsi a chi è diverso da sé per contesto familiare, esperienze e Paese d’origine.
Gli insegnanti dal canto loro hanno potuto constatare come l’inclusione e l’attenzione all’altro nei bambini trovino terreno fertile.
Come ha messo in luce il Presidente Bertolè:
«La scuola è il luogo “naturale in cui il processo di apertura all’altro può essere innescato e sviluppato. Come sottolinea un insegnante “l’inclusione dell’altro diverso da sé trova nei bambini ambiente fertile”. È su questo elemento di fiducia che occorre lavorare per diffondere inclusività ed empatia nella società, a partire dalle stesse famiglie all’interno delle quali gli studenti riporteranno la cultura e la sensibilità che hanno acquisito a scuola su questi temi».