La Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è il punto di partenza per la promozione e la protezione di bambine, bambini e adolescenti in base ad una nuova prospettiva che li considera soggetti di diritto e segna, rispetto al passato, un cambio di rotta radicale.

bambino nepalese

Una nuova visione

A partire dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 le Nazioni Unite hanno sviluppato un insieme di convenzioni vincolanti, se ratificate, per gli Stati membri con l’obiettivo di garantire i diritti umani in tempo di pace e in tempo di guerra.

Adottata il 20 novembre 1989, la Convenzione dei diritti dell’infanzia e adolescenza (CRC) afferma, per la prima volta in uno strumento di diritto internazionale legalmente vincolante per i 196 Stati membri, una nuova visione del bambino e dell’adolescente come soggetto di diritti propri non più da considerare soltanto in quanto legato alla madre o in quanto membro della famiglia.
Il bambino, l’adolescente sono persone, soggetti attivi e principali attori del processo di sviluppo umano.

La prospettiva accolta fino a quel momento si capovolge passando da politiche basate sui bisogni a politiche basate sui diritti, da una distribuzione di beni e servizi a breve termine ad una costruzione di opportunità e capacità di scelta sul lungo periodo.

La Convenzione che entra in vigore a livello internazionale il 2 settembre 1990, viene ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176

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Con i suoi 54 articoli, la Convenzione sui Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) è uno dei 9* trattati fondamentali del sistema di promozione e protezione dei diritti umani delle Nazioni Unite, ma come tutti gli strumenti giuridici dei sistemi internazionali di promozione e protezione, la CRC è un punto di partenza, non un punto di arrivo.

*Tra gli altri, il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (ICESCR); il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ICCPR); la Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (ICERD); la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (CEDAW); la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (CAT); la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità (CRPD); la Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata (CPED); la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (ICRMW).

Qual è la condizione dei bambini oggi a livello globale?

Se pensiamo alla situazione attuale, per alcuni bambini la crisi pandemica avrà effetti nocivi permanenti che non saranno distribuiti equamente: saranno più dannosi per i bambini nei paesi più poveri e nei quartieri più poveri, e per coloro che si trovano già in situazioni svantaggiate o vulnerabili, come i bambini con disabilità.

Si prevede che altri 150 milioni di bambini nei Paesi in via di sviluppo vivranno in famiglie in condizioni di povertà multidimensionale, senza accesso ai servizi essenziali.

L’impatto del COVID-19 sui bambini con disabilità sarà sempre più imponente. Alcuni dei servizi fondamentali sono già stati interrotti e riguardano:

  • i servizi sanitari in più di 1/3 dei paesi
  • i sistemi di protezione sociale in almeno 1/4 dei paesi
  • il sostegno all’apprendimento in almeno 1/2 dei paesi

La Convenzione resta uno strumento valido ma non sufficiente per affrontare un’emergenza di tale portata che senza l’impegno dei singoli governi e delle organizzazioni internazionali mina le vite dei soggetti più fragili e indifesi.

Per saperne di più sulla condizione di bambine e bambini nel mondo, visita il sito dell’UNICEF alla sezione COVID-19 e bambini

A scuola di inclusione anche con CBM!

Puoi trovare tante attività collegate alle giornate internazionali in “Apriamo gli occhi!” il progetto didattico gratuito di CBM Italia destinato alle scuole primarie e dell’infanzia. Dal 2014, con “Apriamo gli occhi!”, CBM porta in classe inclusione, solidarietà ed empatia a misura di bambino.

Per saperne di più sul progetto o per avere informazioni, vai alla sezione
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