Un importante riconoscimento al lavoro di CBM per il contributo alla riduzione della cecità infantile è stato assegnato alla dott.ssa Asturias, responsabile del programma di Retinopatia del Prematuro in Guatemala.

foto dottoressa Asturias

Come responsabile del programma di Retinopatia del Prematuro (ROP) dell’Unidad Nacional de Oftalmología del Guatemala, il mese scorso la dottoressa Ana Lucía Asturias ha ricevuto il prestigioso premio Else Kröner Fresenius.

Un riconoscimento, anche economico, che permetterà di consolidare ed estendere l’intervento di prevenzione e cura della ROP nel Paese, assegnato per il suo contributo alla riduzione della disabilità visiva evitabile e della cecità infantile nel Paese, oltre che per il miglioramento dell’assistenza neonatale.

Un impegno che la dottoressa Asturias racconta così:

Adoro lavorare con i bambini, poterli aiutare ed è per questo che ho scelto la professione di medico oftalmologo. Quando ho iniziato non esisteva nemmeno un protocollo nazionale per la retinopatia del prematuro. Fare la differenza salvando loro la vista curandoli in tempo è davvero importante. La situazione socioeconomica della maggior parte delle famiglie dei neonati che partecipa al programma ROP, sostenuto da CBM, è davvero precaria, ma per noi la cosa essenziale è che i genitori continuino a portarci i loro bambini per impedire che diventino ciechi per sempre”.

Dott.ssa Asturias

Accanto ai più fragili

I bambini prematuri ogni anno in tutto il mondo sono oltre 15 milioni; mentre la maggior parte di loro nei Paesi occidentali sopravvive e cresce senza problemi, nei Paesi in via di sviluppo l’accesso ridotto ai servizi sanitari e la mancanza di personale specializzato rende difficile offrire le cure di cui avrebbero bisogno. Tra i problemi a cui i piccoli possono andare incontro c’è la Retinopatia del Prematuro (ROP) , una malattia della vista che, se non diagnosticata e curata per tempo, può portare alla cecità.

La ROP è la principale causa di cecità infantile in America Latina e la causa più comune di cecità prevenibile nei neonati prematuri.

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Il nostro impegno in America Latina

In questi anni – prima in Colombia, Bolivia, Paraguay e oggi in Guatemala – abbiamo sviluppato un modello d’intervento efficace, che consente di aumentare il numero dei neonati visitati, formare medici e infermieri, creare un protocollo di trattamento per la corretta gestione della ROP e sensibilizzare le famiglie dei bambini sull’importanza delle visite di controllo. 
Lavoriamo insieme ai Ministeri della Salute affinché sia adottato un protocollo per la corretta gestione della ROP nelle unità neonatali degli ospedali. 

Oggi in Guatemala, insieme all’Unidad Nacional de Oftalmología (UNO), abbiamo esteso i servizi per la ROP in 12 ospedali in tutto il Paese, raggiungendo importanti risultati: 2.664 neonati prematuri a rischio ROP sono stati visitati (di cui 1.749 attraverso telemedicina); 418 tra medici e infermieri sono stati formati; è stato distribuito materiale informativo in lingua Maya per i genitori.

Telemedicina e formazione

Il nostro progetto – partito nel 2022 ha ottenuto altri successi significativi: grazie alla formazione del personale, il numero degli screening è più che raddoppiato; si  sta sperimentando l’uso della telemedicina che ha facilitato e migliorato diagnosi e trattamento anche nelle aree più remote del Paese: questa tecnologia permette infatti di raggiungere gli ospedali nelle zone rurali che non dispongono di oftalmologi, riducendo anche i costi; si è rafforzato il lavoro al fianco di quei genitori che, per difficoltà economiche o per le lunghe distanze, non riescono a portare i figli alle visite di controllo in ospedale.

Un aiuto concreto

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