Essere direttore di un ospedale nell’emergenza sanitaria

L’emergenza sanitaria globale, in cui ci troviamo, sta mettendo in ginocchio moltissimi Paesi in tutto il mondo. 

Davide Naggi, direttore dell’ospedale ortopedico CoRSU – che da tanti anni sosteniamo in Uganda – ci racconta come al CoRSU stanno vivendo questa emergenza e quali sono le criticità e le difficoltà maggiori, riscontrabili nell’intero continente.

Come hai potuto sentire in questa intensa testimonianza, l’ottimismo, la tenacia e la forza di andare avanti, di uscire da questa pandemia ai nostri partner e colleghi sul campo non mancano.

Ma non sono poche le difficoltà che bisogna affrontare ogni giornodalle norme igienico sanitarie che sono scarse al distanziamento sociale che non è applicabile fino a fare i conti con Paesi in cui il sistema sanitario è debole, spesso inesistente.

A preoccupare però non sono solo gli effetti diretti della pandemia e la difficoltà per gran parte della popolazione a limitare il rischio di contagio; ma anche gli effetti indotti come ad esempio la mancanza di lavoro che implica una situazione tragica a livello di sostentamento per le famiglie che non hanno da mangiare e non riescono a sostenersi.

Tutto questo è ancora più grave e tragico per le persone con disabilità che nelle emergenze rischiano di rimanere escluse da ogni aiuto ed essere doppiamente discriminate, vivendo un’emergenza nell’emergenza.

 Un intervento concreto

Per questo motivo abbiamo scelto di intervenire in questa emergenza con una azione mirata e puntuale per essere al fianco, ancora una volta, delle persone con disabilità, dei più vulnerabili e delle loro famiglie 

Ecco, in 4 punti, cosa stiamo facendo:  

1. Distribuiamo materiale sanitario (mascherine, guanti, disinfettante, sapone) alle persone con disabilità, alle loro famiglie e al personale sanitario per potersi proteggere e limitare il contagio. 

2. Distribuiamo kit alimentari alle famiglie più vulnerabili e a quelle di persone con disabilità.Queste infatti si trovano doppiamente in difficoltà perché non hanno un lavoro (o hanno dovuto smettere di lavorare a causa del lockdown che si sta attuando anche in molti Paesi africani) e sono tagliati fuori dai normali aiuti. 

3. Sensibilizziamo e Informiamo sulla situazione in corso e sulle norme da seguire attraverso vari media e tutti i canali a disposizione. Per farlo utilizziamo un linguaggio semplice e accessibile a tutti, anche alle persone con disabilità (ad esempio linguaggio dei segni e messaggi radio). 

4. Installiamo punti d’acqua in luoghi strategici in maniera che il maggior numero di persone possa lavarsi le mani con acqua pulita, rispettando le norme.


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 al fianco delle persone con disabilità e più vulnerabili, in Italia e nei Paesi in via di sviluppo.

Per restare sempre in contatto con ognuno dei nostri progetti e sapere cosa succede in ogni Paese in cui operiamo visita questa pagina, la aggiorniamo costantemente! 


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