Grazie al nostro progetto di agricoltura sostenibile, Hassia è riuscita a spezzare il ciclo povertà e disabilità.

Primo piano Hassia

Il ciclo povertà e disabilità si può spezzare. A darcene conto è Hassia, beneficiaria del nostro progetto di agricoltura sostenibile e inclusiva in Niger.

La storia

Hassia ha quarant’anni, è sposata con sette figli. Quando la incontriamo nella sua djermà, la tipica capanna nigerina, ha con lei la piccola Ruma di appena tre anni. “Avevo un anno quando mia madre mi portò da una donna del villaggio per ornare i miei piedi con i tatuaggi arabi. La donna disse che i miei piedi erano bellissimi. Tornata a casa ebbi un’infezione. Da quel giorno non camminai più bene” inizia così il racconto di Hassia.

Una vita difficile la sua, non solo per la disabilità motoria.

Prima del progetto non avevamo soldi, non potevamo comprare nulla. Nessuno ci ha mai aiutati: qui essere poveri significa essere dimenticati.

ci dice Hassia con dispiacere

Il progetto

Con oltre 21 milioni di persone, il Niger è tra i primi quattro paesi al mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Inondazioni ed epidemie generano insicurezza alimentare; una situazione ancora peggiore per le persone con disabilità che, per stigma sociale e scarso accesso ai mezzi di produzione, sono ancora più a rischio di malnutrizione.

È nel sud del Paese, nella Regione di Zinder, che nel 2017, grazie anche al sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, abbiamo avviato il progetto “Coltivare la resilienza: agricoltura sostenibile e inclusiva”. 130 i beneficiari: persone con disabilità che, insieme alle proprie famiglie, hanno ricevuto sementi per coltivare l’orto e kit caprini per l’allevamento così da diventare indipendenti.

La rinascita

Grazie al progetto la vita di Hassia è cambiata e il lavoro non le manca.

La mattina cucino la crema di ceci e preparo tanti piccoli sacchetti che i miei bambini vendono casa per casa. Mi occupo delle faccende domestiche, accudisco le capre che ho anche imparato a mungere e, almeno una volta a settimana, vado al mulino a fare rifornimento di cereali.

ci dice Hassia

Dell’orto si occupa invece suo marito. “Ogni giorno abbiamo prodotti freschi e diversi sulla nostra tavola. E poi ci sono gli animali di cui mangiamo la carne” continua Hassia.

Quando paragona la sua vita di ieri a quella di oggi, fa un esempio chiaro:

Prima era solo insalata verde. Ora posso mettere pomodori, cipolle, peperoni, crauti. Non devo acquistarli, basta andare nell’orto e raccoglierli. Non c’è paragone tra la vita che facevamo prima e quella di ora. Il progetto è stato la nostra rinascita.


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