Per Julienne punteruolo e tavoletta sono diventati una finestra sul mondo. Ha 13 anni ed è cieca ma va a scuola con tanti altri bambini con e senza disabilità. Lì ha imparato a leggere e scrive in braille e sogna di fare l’infermiera.

una bambina cieca a scuola che legge in Braille

Una scuola speciale

La Promhandicam School, sostenuta da CBM, apre i cancelli alle 7.30 del mattino. Tutti gli alunni arrivano di corsa, pieni di gioia e voglia di imparare qualcosa di nuovo. 

È una scuola particolare perché accoglie tutti i bambini con e senza disabilità: nei Paesi in via di sviluppo non accade spesso.

Infatti o esistono scuole per soli bambini con disabilità, oppure le scuole “normali” che frequentano tutti i bambini, sono difficili da raggiungere e hanno barriere architettoniche che impediscono ai bimbi con disabilità fisica di entrare in aula. Gli insegnanti, poi, non sempre sono formati per poter insegnare con l’alfabeto dei segni e aiutare ragazzi con disabilità cognitive e intellettive. 

Il rischio quindi che i bambini con disabilità vengano esclusi, emarginati e abbiano un futuro incerto, strettamente dipendente dall’aiuto della loro famiglia, è alto. 

La storia di Julienne

La Promhandicam School ha classi composite, strutture in grado di accogliere tutti e insegnanti adeguatamente formati. Tra gli studenti, qualcuno abita vicino ma molti altri arrivano con il pullmino della scuola perché́ vengono da lontano oppure perché, come Julienne, non possono affrontare un viaggio da soli: Julienne è infatti è cieca dalla nascita.

Per lei nulla è mai stato semplice. 

Una bambina cieca legge in Braille

Prima di arrivare in questa scuola inclusiva ha provato ad andare in diverse altre scuole, dove però non imparava nulla perché non c’erano libri in Braille e gli insegnanti non erano formati per poter insegnare anche ai bambini con disabilità. 

Julienne, da quando frequenta questa scuola, è felice. I compagni giocano molto volentieri con lei, non la lasciano mai sola: non si sente discriminata e la scuola è diventata una seconda casa.  Ha scoperto, grazie ai suoi insegnanti, che le sue materie preferite sono biologia, storia e geografia e una volta finiti gli esami le piacerebbe poter continuare a studiare e diventare infermiera. Prende appunti in punta di punteruolo, scrive veloce e legge i libri anche a casa. A lezione, quando il suo insegnate li interroga, Julienne è spesso una delle prime a rispondere. 

Rendere l’educazione veramente inclusiva è uno dei passi fondamentali per permettere a tutti i bambini di frequentare la scuola, crescere con i propri compagni e spezzare il ciclo che lega povertà e disabilità.


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