Oggi ti raccontiamo la storia di Kelvin, un ragazzo con disabilità di Nairobi, in Kenya, che ha superato stigma e discriminazioni per frequentare la scuola e guadagnarsi il suo posto nel mondo.

foto progetto injob

Kelvin ricorda ancora quelle lunghe giornate interminabili e vuote, in cui era costretto a rimanere a casa perché la famiglia non poteva permettersi di pagare i costi del pullman per raggiungere la scuola. Sì, perché la famiglia di Kelvin è numerosa: sono in cinque e il padre, dopo la pandemia, ha perso il lavoro e non è più riuscito ad avere un reddito stabile per sostenere la famiglia e le esigenze speciali del figlio disabile. Anche quando Kelvin riusciva ad andare a scuola, gli ostacoli erano continui: era un allievo con evidenti problemi di apprendimento, oltre ad avere difficoltà nei movimenti a causa di una disabilità fisica provocata dalla poliomielite.

Spesso si sentiva solo e sempre indietro rispetto ai suoi compagni perché i compagni e gli stessi insegnanti non avevano le competenze per riconoscere le sue difficoltà e sostenerlo. Eppure Kelvin ha perseverato e ha continuato a frequentare la scuola, anche per superare la solitudine e l’abbandono dei suoi genitori. La famiglia, infatti, lo aveva abbandonato per le continue difficoltà economiche a cui doveva far fronte e perché viveva la disabilità del figlio come una vergogna.

L’occasione di rinascita

La svolta è arrivata quando Kelvin è stato individuato dai partner del nostro progetto “InJob! Percorsi di inclusione educativa e lavorativa per giovani studenti vulnerabili” che lo hanno aiutato ad iscriversi a un corso per operatore informatico presso il Centro di formazione Professionale Bahati. Obiettivo del progetto è promuovere l’inclusione educativa, sociale e professionale dei giovani vulnerabili e con disabilità in Kenya, a Nairobi, offrendo competenze tecniche e professionali necessarie alla loro occupazione e contribuendo a rendere i corsi di formazione maggiormente accessibili.

Il direttore del Centro di formazione Professionale Bahati si è messo in gioco in prima persona per far sì che Kelvin si sentisse pronto per seguire il percorso formativo e grazie al progetto – sostenuto con il finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – ha ottenuto una borsa di studio che ha coperto tutte le spese scolastiche.

In più, grazie a un percorso di counseling, Kelvin ha superato lo stigma legato alla sua disabilità e si è sentito, per la prima volta nella sua vita, parte di un gruppo. La scuola ha anche rintracciato la madre, che lo ha sostenuto durante il periodo degli esami. Alla fine del percorso formativo Kelvin ha espresso la sua gratitudine:

Il progetto mi ha permesso di acquisire delle competenze e mi dà la speranza per un futuro migliore e dignitoso. Io non voglio vivere di elemosina, voglio essere in grado di sostenere me stesso e anche la mia famiglia.

Kelvin

Dopo il corso di formazione

Oggi, Kelvin ha completato il corso e sta svolgendo uno stage come operatore informatico.

La determinazione e la voglia di imparare gli hanno fatto guadagnare il rispetto dei colleghi e dei suoi responsabili.

La disabilità non è inabilità e la sua storia è un esempio di come, grazie a un progetto di sviluppo formativo, si possano superare anche le difficoltà che sembrano insormontabili.

Scopri come stiamo cambiando la vita di altri ragazzi con disabilità grazie al progetto


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