Da bambina a donna in un susseguirsi di ostacoli, oggi Zeyneb può iniziare una nuova vita.
Esclusa dalla scuola
Zeyneb è una giovane donna di 25 anni che vive in Etiopia. Nata con un problema all’udito, incontra il primo grande ostacolo quando, a dodici anni, viene espulsa da scuola. La scuola che frequentava, come la maggior parte delle scuole locali, non era inclusiva, i docenti non erano formati per accogliere i bambini e i ragazzi con disabilità e rispondere alle esigenze specifiche di ciascuno, quindi, visti gli scarsi progressi di Zeyneb, si sentono “costretti” a lasciarla a casa.
Esclusa dalla vita di comunità
Ma rimanere a casa da scuola non significa solo, per Zeyneb, vedere assottigliarsi la possibilità di un futuro autonomo. Anche gli abitanti del villaggio iniziano a vederla in modo diverso: i coetanei non giocano con lei, le persone smettono di frequentarla, la considerano diversa.
E più l’emarginazione cresce, più i genitori cercano di proteggerla facendola restare a casa: spostarsi da sola al villaggio, per una ragazza (anche se così giovane) espone al rischio di violenze e abusi.
Tutto diventa troppo
Il benessere mentale della ragazza è costantemente messo a dura prova. Zeyneb si spegne lentamente, ma non si arrende mai. Fino a che un giorno, il fratello Mohammed, dal patio, la sente piangere di nascosto da tutti.
E non è stato per la scuola, o per le voci del villaggio, per la sua disabilità o per la paura delle violenze che potrebbe subire. È una paura più grande, un dolore più grande: una malattia che le ha preso gli occhi e che la sta rendendo cieca tra atroci sofferenze.
Zeyneb, da oltre 15 convive con il tracoma, una malattia infettiva degli occhi che, se non curata, porta alla cecità totale e irreversibile. Una malattia che lei stessa aveva deciso di ignorare per non sentirsi di peso per la famiglia.
Quando tutto cambia
Per Mohammed il dolore della sorella è insostenibile. Si reca immediatamente alla clinica oculistica più vicina chiedendo agli infermieri di visitare la sorella. Racconta loro dell’impossibilità di intervenire per la mancanza di denaro, della paura di Zeyneb di uscire di casa che le ha impedito di farsi visitare.
Ed è in quel momento che avviene la svolta e gli ostacoli nella vita di questa giovane donna vengono rimossi, uno dopo l’altro.
Il giorno successivo alla richiesta di Mohammed, un operatore si reca a casa di Zeyneb per visitarla. Diagnosticato il tracoma a uno stadio avanzato, programma gli ulteriori accertamenti in ospedale e l’operazione di trichiasi, senza nessun costo per la famiglia.
Dopo quindici interminabili anni di attesa e dolore, avviene tutto sorprendentemente in fretta: il viaggio in ospedale, la visita e l’operazione. E finalmente gli occhi che non lacrimano, le ciglia che non grattano, l’assenza di dolore.
La lotta al tracoma non si ferma
Il tracoma è una malattia che ancora oggi mette a rischio 137 milioni di persone nelle zone più povere del mondo. È una delle Malattie Tropicali Dimenticate o Neglette, responsabili complessivamente di circa 500.000 morti ogni anno.
Come CBM lavoriamo nella lotta al tracoma in Sud Sudan e in Etiopia. Quest’ultimo rimane il Paese più colpito dove interveniamo dal 2014. Negli anni abbiamo debellato la malattia da intere regioni, ma la strada è ancora lunga. Per farlo applichiamo la strategia S.A.F.E. promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a cui affianchiamo un’intensa attività di sensibilizzazione.
Tra i nostri operatori sono moltissime le donne che, come Kemila, visitano i villaggi e si occupano di informare sulla prevenzione della malattia e formare altre donne che, a loro volta, vogliono intraprendere questo lavoro. Un cambiamento che parte dalla comunità e la cambia.
Grazie al sostegno di tanti donatori, tante vite come quella di Zeyneb sono cambiate per sempre.