La smania di vedere il mondo, tanto da nascere in anticipo. La lotta per la vita in incubatrice e una malattia che rischiava di renderla cieca. Tre anni fa nasceva Matea e in quell’incubatrice non era sola. A tenerle la manina e salvarla, centinaia di straordinari donatori, come te.

Matea

900 grammi e 30 settimane

America Latina, 2019. Juana Lopez è incinta di appena 30 settimane, quando la sua bambina decide che non può più aspettare: vuole vedere il mondo a tutti i costi.

E così, con un peso di soli 900 grammi, viene al mondo la minuscola, ma già combattiva, Matea.

Con il suo corpicino fragile, Matea passa oltre un mese in incubatrice e 10 giorni con il supporto della ventilazione meccanica. Ed è proprio l’ossigeno dell’incubatrice, mentre le salva la vita, che le fa sviluppare una malattia che potrebbe mettere a rischio i suoi occhi per sempre.

L’ossigeno che salva può portare alla cecità

C’è una malattia, infatti, che colpisce gli occhi dei nati prematuri (in particolare sotto le 32 settimane) e fortemente sottopeso, esattamente come Matea.

Si chiama ROP (Retinopatia del prematuro) e causa la formazione di nuovi vasi sanguigni nella retina. Ha un’evoluzione terribilmente rapida e, se non trattata, può provocare il distacco della retina e la cecità. Totale e irreversibile.

Era esattamente questo che stava accadendo a Matea: l’ossigeno dell’incubatrice la stava rendendo cieca.

Matea non è mai stata sola

A centinaia di km di distanza, i nostri donatori, che sostengono il nostro intervento nel mondo, ci hanno permesso di diagnosticare la malattia e intervenire prontamente, salvandole la vista.

Già dalla quarta settimana, infatti, Matea è stata inserita nel programma di visite dei neonati prematuri, per il monitoraggio e l’identificazione della ROP. In questo modo il personale di neonatologia ha potuto riconoscere i sintomi fin dalla prima manifestazione e intervenire in tempo. Matea non era sola, non è mai stata sola.

Tre anni dopo

È il 2022, Matea è una bimba curiosa e vispa di tre anni. Indossa un paio di occhiali lilla per correggere la lieve miopia.

Gli oltre 60 giorni passati in ospedale sono solo un lontano e doloroso ricordo nella memoria della sua mamma. Matea conoscerà la storia della sua nascita e della sua lotta per vedere dai racconti che le faranno, quando sarà più grande.

Forse le diranno delle generose persone che, dall’altra parte del mondo, le hanno salvato la vita, o forse non lo saprà mai. E va bene così, lo sapremo noi e lo saprai tu.

Cosa puoi fare tu

Il nostro impegno per salvare dalla cecità i neonati prematuri non si ferma. Dopo i progetti implementati in Colombia, Bolivia e Paraguay, nel 2019 abbiamo esteso anche in Guatemala il nostro intervento di prevenzione e cura della ROP.

Il sostegno di moltissimi donatori è determinante.
Grazie alla tua presenza fin dai primissimi giorni di vita, sempre più bambini come Matea potranno essere monitorati costantemente e curati in tempo, scongiurando il rischio di rimanere ciechi per sempre.

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