La toccante testimonianza di Patricia, paziente all’ospedale ortopedico CoRSU che, grazie alla gamba artificiale, ha ricominciato a vivere. “Ora mi sento libera”.

Oltre dieci anni di tentativi senza soluzioni

Patricia è una ragazza proveniente da un distretto dell’Uganda centrale, dove vive con i genitori e i fratelli. Nonostante non sia più una bambina, ha appena finito la scuola primaria e sta per iniziare la secondaria.

Tutto perché, quando era ancora molto piccola, una ferita ha iniziato a darle problemi alla gamba, che ha smesso di crescere. Ogni attività per lei era faticosa se non impossibile, tra cui, per l’appunto, poter frequentare la scuola.

Anno dopo anno, lei e la sua famiglia hanno cercato delle soluzioni negli ospedali locali, ma senza risultati. Fino a quando, nel 2016, arrivano all’ospedale ortopedico CoRSU.

Mi hanno detto che mi avrebbero amputato la gamba. Dopo l’intervento camminavo con le stampelle, dopo 6 mesi ho ricevuto la gamba artificiale.”

Patricia, paziente dell’ospedale ortopedico CoRSU

“Ora sto finalmente bene”

Prima dell’amputazione della gamba, Patricia non riusciva ad andare a scuola o ad aiutare la famiglia a casa, in cucina o nell’orto. Da quando ha la gamba artificiale può giocare con i compagni, occuparsi dell’orto, andare a prendere l’acqua, ma soprattutto, è tornata a scuola.

Mi sento libera. Con la ferita ero morta, ma dopo l’operazione stavo bene. Con la gamba artificiale potevo finalmente camminare, correre, giocare.

Il sogno per il futuro

Gli abitanti del villaggio e i compagni di scuola sono felici per Patricia, che ora guarda al futuro con ancora più determinazione: vuole diventare medico per creare collaborazione tra le famiglie, le comunità, gli amici. Ci racconta, con una sicurezza nuova, che quando sarà medico (quando, non se), aiuterà loro e aiuterà se stessa a fare tutto ciò che vuole.

Il progetto continua

Scopri tutte le testimonianze di chi sta partecipando a questo progetto rivoluzionario presso l’ospedale CoRSU, dove stiamo rafforzando la qualità dei servizi di riabilitazione inclusiva erogati attraverso un processo di valorizzazione della tecnologia di stampa 3D delle protesi. Ascolta le parole dei fisioterapisti, del direttore, degli psicologi o degli operatori di comunità per comprendere tutte le sfaccettature di questo grande intervento.

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Il progetto è stato selezionato nell’ambito del percorso Coopen promosso da Innovazione per lo Sviluppo, programma di Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo.


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