Breve dialogo con lo psicologo e psicoterapeuta Simone Scerri: 4 punti di riferimento per affrontare questa nuova fase della pandemia e non farci sopraffare dalla fatica.

locandina 4 punti cardinali

I luoghi e le modalità di lavoro, gli impegni e gli spazi dell’educazione e della scuola, le relazioni, il benessere psico-fisico, tutto è diventato provvisorio. Dottor Scerri, quali sono le differenze principali tra questa condizione e quella del lockdown?

«Confrontando lo scenario attuale con quello dei periodi di lungo lockdown, sono cambiate le funzioni principali in cui la mente è impegnata.

Durante i lockdown, tra i principali temi critici vi sono stati la paura del contagio, l’isolamento sociale, la rottura delle routine e l’assenza di confini tra casa e lavoro, tra membri della famiglia, tra momenti della giornata, tra stanze della casa e destinazione d’uso!

Eravamo impegnati a proteggerci dal contagio, a cercare modi alternativi per restare connessi con gli altri, a inventarci qualcosa da fare, a mettere confini qua e là sperimentando anche un certo senso di costrizione.

Nella fase attuale alcuni elementi sono cambiati: non siamo più così isolati, le routine si sono in qualche modo ripristinate, gran parte dei confini si sono ristabiliti con i bambini a scuola, i genitori al lavoro, gli insegnanti finalmente di nuovo in classe.

La maggior parte di noi continua però a profondere tantissime energie nel prevenire e monitorare il contagio e, laddove non si riesca, a dover gestire dinamiche familiari di positivo/negativo che mettono a dura prova la serenità di tutti.

Mentre gli aspetti della nostra vita che prima erano tutti appiccicati ora si allontanano tra loro, la mente è gioco forza impegnata a pianificare, gestire, organizzare… incastrare! Il tempo sembra non bastarci.»

La libertà che i lockdown ci avevano tolto ci è stata in gran parte restituita. Perché allora troviamo anche questa fase tanto faticosa? C’è qualche strategia da mettere in atto per rendere la situazione meno difficile?

«Molti di noi avvertono ora paradossalmente un’altra costrizione: quella della scarsa sostenibilità di questo stile di vita. 

Ciò accade anche perché siamo molto stanchi: abbiamo consumato tante energie in questi lunghi mesi, abbiamo fatto sforzi continui per adattarci a una condizione inimmaginabile; ora di nuovo dobbiamo riadattarci a un cambio di passo, ma nel frattempo abbiamo consumato moltissime risorse.

Inoltre, il contesto fuori è più ostico di un tempo: la situazione non è uguale a prima, anzi ci richiede molte attenzioni che prima non esistevano.

In questo scenario, possiamo provare a costruire una mappa per recuperare un sufficiente senso di equilibrio e non farci soverchiare da un senso di fatica cronica: immaginiamo 4 punti cardinali che ci aiutino come adulti ed educatori, ma che possano aiutare anche i nostri figli, i nostri alunni: ascoltandoci e accogliendo come ci sentiamo, riconoscendo il valore del riposo, radicandoci per recuperare stabilità, curando le relazioni

Scarica la scheda dettagliata dei 4 punti cardinali

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