In bilico tra lockdown, DAD e vita privata: i consigli degli psicologi per il benessere individuale e in famiglia.

Bambina davanti al tablet mentre fa i compitini

A più di un anno dal primo lockdown le scuole stanno iniziando a riaprire, alcune con frequenze ridotte, mentre altre continuano a rimanere chiuse.
Le case si sono ormai trasformate in luoghi di lavoro, studio e svago, in un continuum tra vita privata, scolastica e professionale.

Questa situazione di disagio riguarda e coinvolge tutti, in particolar modo i bambini, con e senza disabilità che si vedono privati di momenti di socializzazione, fondamentali per l’apprendimento emotivo. Per questo è ancora più importante continuare a sostenere le competenze relazionali, l’alleanza tra i compagni di classe e tra scuola e famiglia.

Oggi più che mai per coltivare i valori dell’inclusione nei bambini, la comunità educante deve sostenere ancora di più le competenze relazionali di base che sono così messe a dura prova.

Abbiamo chiesto al gruppo di psicologi di Multiversa, 5 consigli utili per coltivare il benessere individuale e aiutare tutta la famiglia, educatori, insegnanti in questo difficile periodo.

Consiglio 1: aiutarsi per aiutare

Sugli aerei, le istruzioni ci dicono che, in caso di necessità, la mascherina dell’ossigeno va indossata prima dall’adulto e poi ai bambini. Insomma: per essere d’aiuto dobbiamo garantirci adeguate condizioni emotive.

Come fare? Riconosciamo i momenti in cui il nostro corpo e la nostra mente sono particolarmente affaticati e facciamo delle pause anche brevi in cui prendere le distanze da ciò che ci attiva così tanto, per respirare, lasciare andare.

  • Stringiamo connessioni con altri esseri umani significativi per noi.
  • Garantiamoci un sonno adeguato e una alimentazione equilibrata.
  • Troviamo, quando possibile, piccole distrazioni che ci diano sensazioni di piacevolezza.
  • Se viviamo con altri adulti, condividiamo come ci sentiamo e che cosa potrebbe aiutarci.
  • Orientiamo la nostra attenzione in modo intenzionale su ciò che questa situazione continua a permetterci – anche in modalità nuove – anziché su ciò che ci sta togliendo.

Attenzione: se ci sentiamo lungamente sopraffatti da emozioni o pensieri negativi, chiediamo aiuto a professionisti esperti.

Consiglio 2: la sicurezza della routine

In questi tempi il ritmo della famiglia (e della scuola) può variare continuamente e questo è faticoso per tutti, ancor più per i bambini. Diventa vitale ripristinare delle routine, anche se sappiamo bene che questo ci richiede di lottare con i ritmi delle nostre giornate.

Le routine danno sicurezza, riducono l’ansia, favoriscono regolarità nei ritmi sonno-veglia. Utile, per esempio, mantenere tempi e ritmi negli orari di sveglia al mattino e la sera.

E che la giornata sia scandita da momenti di tranquillità ma anche da attività programmate a seconda dell’età, alcune fatte insieme. A scuola, avere riti o momenti collettivi che si ripetono con regolarità aiuta a costruire il senso di appartenenza a una comunità di riferimento, in un momento storico in cui rischierebbe di prevalere un senso di distanza e scarsa integrazione.

Per esempio, per i bambini con disabilità cognitive sarebbe importante organizzare il lavoro in piccoli gruppi e sessioni brevi con attività, metodologie e strumenti specificamente adattati secondo le esigenze di ciascuno.

Consiglio 3: corpo e contatto

Per i bambini, essere abbracciati e sentire il contatto aiuta lo sviluppo fisico ed emotivo, fa sentire più sicuri, mette in circolo quella magnifica sostanza chiamata ossitocina, collegata a sensazioni di calma e benessere. È importante che i genitori possano intensificare questa forma di contatto, che di questi tempi tende a venire meno con i pari, con i nonni, con gli insegnanti.

Abbracci, carezze, baci, lotta con i cuscini, solletico e tutto ciò che può aiutare a vivere una dimensione di contatto in cui rilassarsi o divertirsi insieme.

Per gli insegnanti: Gli insegnanti possono generare idee, in team, su come tradurre in tutte le “lingue” possibili quel contatto che ora tanto manca:

  • Ci sono sguardi che abbracciano, attivando emozioni in chi li riceve e dentro cui i bambini si “sentono sentiti”: possono essere dati da sopra la mascherina se siamo in classe, ma anche da uno schermo se siamo in DaD (se siamo da remoto, ricordiamoci in quei momenti di guardare nella telecamera e non il bambino: sarà un po’ meno naturale per noi, ma molto più efficace per loro!).
  • E poi ci sono le parole e i gesti: chiamarli più volte per nome, trovare dei piccoli espedienti per testimoniare che non ci dimentichiamo di loro: storie, canzoni, ricorrenze, momenti da condividere.

Consiglio 4: la parola alle emozioni

Il mondo intero parla di pandemia, le nostre vite parlano di pandemia. I nostri bambini lo sentono, si accorgono dei cambiamenti intorno a loro e degli stati d’animo di noi adulti. Difficilmente però riescono a comprendere, a spiegarsi e a prevedere quello che accade; emergono così facilmente sentimenti di ansia, di paura, di tristezza. In alcuni casi, può esserci anche il timore (non detto) di essere responsabili della tensione intorno a loro, o addirittura della malattia di qualche familiare.

Da una parte è quindi utile dare loro le giuste informazioni senza negare quello che sta accadendo, filtrando quanto arriva dai media e adeguando le informazioni all’età dei bambini e alle loro caratteristiche.

quadernino con matite

Dall’altra, i bambini devono sentire di poter esprimere le proprie emozioni, in particolare quelle negative. Devono sentire che ciò è consentito, anzi in qualche modo sollecitato dagli adulti di riferimento. Così, da una parte le emozioni hanno bisogno di essere espresse, dall’altra di essere contenute. Tutto questo può avvenire più facilmente se si trovano dei momenti da trascorrere insieme, facendo cose insieme.

Se riusciamo a stimolare curiosità verso quello che sta accadendo, ci sarà meno spazio per lo spavento.

Consiglio 5: scuola e famiglia, un legame da non spezzare

In questo momento storico di grande affaticamento, quel che viene più facile è cercare di eliminare tutto ciò che viene considerato aggiuntivo o non prioritario. È importante che tra questi elementi non venga annoverato il prezioso lavoro di connessione tra scuola e famiglia, tra genitori e insegnanti. L’alleanza educativa, sempre fondamentale, è particolarmente preziosa quando si tratta di bambini con disabilità:

  • Per insegnanti ed educatori è indispensabile la collaborazione dei genitori per conoscere il contesto domestico e quindi intervenire nel modo più adeguato;
  • Per i genitori, d’altro canto, è importante mantenere un contatto diretto con gli insegnanti e con gli educatori per garantire ai propri bambini la giusta attenzione e seguire l’andamento del percorso a distanza.

Là dove aumenta la difficoltà a organizzare, tenere e seguire le lezioni, là dove bastano problemi alla linea telefonica per percepire discontinuità, è necessario attivarsi intenzionalmente per “tenersi stretti”, accentuando i contatti, scambiandosi informazioni, brevi filmati, tutorial, tutto ciò che può essere funzionale. Questo sforzo ripaga nell’immediato in termini di costruzione di fiducia e senso di responsabilità condivisa, ma è anche un investimento che darà frutti generosi quando finalmente torneremo a una condizione di normalità!

Gli psicologi di Multiversa

Multiversa è partner tecnico di CBM per numerosi progetti in Italia.
Nell’ambito del progetto didattico “Apriamo gli occhi! Verona, Vicenza, Belluno e Mantova a scuola di solidarietà”, finanziato da Fondazione Cariverona, psicologi e psicoterapeuti stanno fornendo un supporto concreto a genitori e insegnanti.

Attraverso workshop online vengono rafforzate alcune competenze professionali e di resilienza negli insegnanti e sensibilizzati i genitori sull’importanza delle competenze non cognitive e la promozione dell’inclusione nell’età dello sviluppo dei propri figli.

Coltiviamo l'inclusione, logo Multiversa

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Visita la nuovissima sezione “Coltiviamo l’inclusione: strumenti e risorse” dedicata a genitori, insegnanti ed educatori, dove trovare spunti, materiali didattici, consigli degli esperti e tanto altro ancora per continuare ad affrontare le tematiche di solidarietà, inclusione ed empatia, in classe o a casa.

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